Un nuovo studio ha identificato un modello distintivo di attività cerebrale che si attiva quando lasciamo vagare la mente. I ricercatori hanno individuato che i pattern noti come “onde acuto-onda”, originati nei centri di memoria del cervello, si manifestano più frequentemente quando il cervello inizia a generare pensieri creativi.
Il cervello umano è abile nel creare il proprio intrattenimento, con fino al 30 percento del tempo in cui non si concentra sull’ambiente circostante, ma si lascia trasportare in voli fantastici immaginari. Tuttavia, gli scienziati hanno ancora poco chiaro su cosa accada effettivamente all’interno del cervello durante questi stati auto-generati.
Una popolazione di pazienti con epilessia offre un’opportunità unica per rispondere a queste domande. Per alcuni pazienti, i trattamenti farmacologici non sono efficaci nel controllare le crisi, rendendo necessaria una soluzione chirurgica. I neurochirurghi possono intervenire rimuovendo la parte del cervello da cui originano le crisi, ma prima è essenziale monitorare attentamente l’attività cerebrale per garantire la precisione dell’intervento.
In Giappone, un team di ricercatori ha coinvolto 10 pazienti in attesa di intervento chirurgico in uno studio. Questi pazienti avevano elettrodi impiantati nel cervello per monitorare l’attività delle crisi, focalizzandosi sull’ippocampo e sul giro parahippocampale, aree cerebrali strettamente legate alla memoria.
Per 10 giorni, i pazienti sono stati monitorati e hanno completato questionari orari sui loro pensieri ed emozioni. L’autore principale Takamitsu Iwata ha spiegato che l’obiettivo principale era individuare eventuali correlazioni tra l’attività cerebrale registrata e lo stato mentale dei pazienti in quel momento.
Le onde acuto-onda sono state osservate più frequentemente quando i pensieri dei partecipanti erano vividi, meno desiderabili, più immaginabili e meno correlati a un compito esterno. Questi pattern si sono manifestati spesso di notte, durante il sonno, quando la mente non è focalizzata su un compito specifico.
Nonostante lo studio sia stato condotto su pazienti con epilessia, i ricercatori hanno rimosso i dati correlati alla condizione per garantire l’applicabilità dei risultati alle popolazioni sane. Le somiglianze con studi precedenti su altre specie o metodi indicano che l’approccio adottato è stato efficace.
I dati raccolti supportano l’ipotesi che il lobo temporale mediale del cervello, sede dell’ippocampo e del parahippocampo, giochi un ruolo cruciale negli stati auto-generati. Questo potrebbe avere implicazioni significative nello studio di diverse condizioni e aspetti dell’esperienza umana, come l’intelligenza e la felicità.
Ulteriori ricerche basate su questi metodi potrebbero rivelare ulteriori segreti sul funzionamento del cervello umano quando non è concentrato su un compito specifico. Si potrebbe persino affermare che questo studio potrebbe innescare una serie di nuove scoperte nel campo. L’articolo è stato pubblicato su Nature Communications.
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