Ubisoft e la polemica su Assassin’s Creed Shadows
Ubisoft, uno dei leader mondiali nel settore dei videogiochi, si trova al centro di una controversia in Giappone in vista del lancio di Assassin’s Creed Shadows, previsto per il 20 marzo. Questo nuovo capitolo della celebre saga è il primo a essere ambientato nel Giappone feudale, precisamente nel tumultuoso periodo Sengoku, che va dal XV al XVI secolo. La scelta di ambientazione ha sollevato un acceso dibattito riguardo alla rappresentazione della storia e della cultura giapponese, con critiche che si concentrano sulla fedeltà storica e sull’interpretazione degli eventi. I fan e i critici si interrogano su come Ubisoft gestirà la complessità di un’epoca caratterizzata da conflitti e cambiamenti di potere tra i signori feudali.
Il personaggio di Yasuke e la sua importanza storica
Uno dei protagonisti principali di Assassin’s Creed Shadows è Yasuke, una figura storica che viene comunemente considerata il primo samurai di colore. Yasuke arrivò in Giappone intorno al 1580, accompagnato da missionari portoghesi, e servì Oda Nobunaga, un potente daimyo dell’epoca. Tuttavia, la documentazione storica riguardante il suo status di samurai è limitata, e molti esperti avvertono che la sua rappresentazione come un guerriero di spicco potrebbe distorcere la verità storica. La sua storia offre spunti di riflessione sulla diversità e sull’influenza culturale, ma solleva anche interrogativi sulla rappresentazione accurata dei personaggi storici nei videogiochi.
Le critiche alla rappresentazione dei luoghi religiosi
Le polemiche non si limitano alla figura di Yasuke. Assassin’s Creed Shadows ha attirato l’attenzione anche per l’uso di luoghi religiosi reali. In una delle scene mostrate in anteprima, Yasuke entra nel Santuario Itatehyouzu, un antico santuario shintoista situato a Himeji, e distrugge il suo altare. Questa rappresentazione ha suscitato l’indignazione di gruppi religiosi e culturali, che la considerano una mancanza di rispetto nei confronti del patrimonio giapponese. Le critiche si concentrano sulla necessità di un approccio più rispettoso e consapevole quando si trattano temi così delicati e significativi per la cultura locale.
Le reazioni dei custodi dei luoghi sacri
I custodi del Santuario Itatehyouzu hanno dichiarato che Ubisoft non ha mai richiesto il permesso per utilizzare il sito e hanno annunciato l’intenzione di intraprendere azioni legali. Anche i rappresentanti del Tempio Todai-ji a Nara hanno confermato di aver avviato discussioni con gli sviluppatori riguardo alla rappresentazione del loro tempio nel gioco. Queste reazioni evidenziano l’importanza di un dialogo aperto tra le aziende di intrattenimento e le comunità locali, per garantire che le rappresentazioni siano rispettose e accurate.
Le dichiarazioni di Ubisoft e l’impatto sulla vendita del gioco
Sebbene Ubisoft non abbia ancora rilasciato una risposta ufficiale alle critiche, in passato ha difeso la propria direzione creativa. L’azienda ha affermato che la storia di Yasuke offre ai giocatori l’opportunità di esplorare il passato giapponese da una prospettiva esterna, sottolineando come i documenti storici limitati su di lui lascino spazio a interpretazioni creative. Ubisoft ha anche ribadito che la serie Assassin’s Creed, pur ispirandosi a eventi storici, rimane un’opera di finzione. Nonostante queste chiarificazioni, la controversia potrebbe avere un impatto significativo sulle vendite del gioco in Giappone, dove il dibattito continua a infiammarsi e il lancio di Assassin’s Creed Shadows si preannuncia con reazioni contrastanti.