Scoperta di antichi manufatti di vetro vulcanico al largo della costa italiana

Un subacqueo a Capri scopre un'ossidiana dell'Età della Pietra.

L’oggetto di ossidiana è stato trovato vicino alla Grotta Azzurra di Capri, nota per le sue acque di un blu sorprendente. (Soprintendenza dell’Area Metropolitana di Napoli)

Sono stati scoperti antichi manufatti intagliati dal vetro vulcanico al largo della costa italiana. Gli archeologi ritengono che questi reperti siano caduti sul fondale marino a seguito di un naufragio avvenuto tra 8.000 e 5.000 anni fa, durante l’Età della Pietra. La scoperta è stata fatta recentemente nei pressi della Grotta Bianca di Capri, un’isola nel Golfo di Napoli famosa per le sue ville di lusso, i limoneti e i negozi di alta moda. La grotta si trova non lontano dalla Grotta Azzurra, un’altra famosa grotta con acque di un incredibile colore blu grazie alla luce solare che filtra da un’apertura sottomarina.

Il Dipartimento di Polizia di Napoli e gli archeologi marini si sono uniti per recuperare gli oggetti alla fine di novembre 2023 e hanno scoperto che si estendono su un’area di fondale marino molto più grande di quanto si pensasse inizialmente. Una delle scoperte più significative è un oggetto realizzato in ossidiana, un vetro vulcanico nero lucido che si forma quando la lava si raffredda rapidamente. Questo oggetto pesa 8 chilogrammi e misura circa 28 x 20 x 15 centimetri. I segni di taglio e intaglio sull’ossidiana indicano che è stato modificato dall’uomo, anche se non è chiaro a cosa servisse esattamente.

I ricercatori osservano un misterioso oggetto di ossidiana su una tavola vicino a Capri.

I ricercatori analizzano attentamente il misterioso oggetto di ossidiana. (Soprintendenza dell’Area Metropolitana di Napoli)

L’oggetto è stato trovato a una profondità di 30-40 metri sotto la superficie. Non è chiaro come un oggetto così prezioso sia finito lì, ma si ritiene che fosse probabilmente trasportato come carico su una nave dell’era neolitica. Il team spera di trovare i resti di questa antica imbarcazione, anche se non ci sono garanzie che esistano. Mariano Nuzzo, sovrintendente per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio dell’area metropolitana di Napoli, ha dichiarato che sarà necessaria un’ampia indagine strumentale del fondale marino per verificare la presenza dello scafo o di altri materiali di carico.

Gli esperti ritengono che la scoperta dei resti di una nave neolitica sarebbe incredibile, poiché finora non sono mai stati trovati resti di uno scafo neolitico nel Mediterraneo. Le barche neolitiche sono state trovate sulla terraferma europea o in acque dolci come laghi e fiumi, ma il Mediterraneo ha una temperatura e una salinità che favoriscono un mollusco che mangia il legno chiamato Teredo navalis. Questo significa che le navi di legno che affondano nel Mediterraneo sono preda di questi molluschi. Tuttavia, se la barca fosse affondata rapidamente nella sabbia e fosse rimasta protetta, potrebbero essere trovate alcune parti di legno, specialmente se si trattava di una piroga scavata, fatta da un unico grande tronco d’albero scavato. Tuttavia, gli esperti ritengono che sarebbe un evento molto raro.

L’ossidiana, a causa delle sue proprietà dure e fragili, veniva spesso utilizzata per creare strumenti con bordi affilati come coltelli, asce e punte di freccia. Era ampiamente scambiata nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente durante il periodo neolitico. Quindi, sebbene la scoperta di ossidiana di questo periodo sia notevole, non è sorprendente che sia stata trovata lungo la costa mediterranea. La zona del Golfo di Napoli è altamente vulcanica, con il Vesuvio che sovrasta la regione. Il Vesuvio è noto per le sue eruzioni devastanti, la più famosa delle quali avvenne nel 79 d.C., quando coprì le città di Pompei ed Ercolano con una pioggia di cenere e rocce vulcaniche, causando la morte di migliaia di persone.

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