Un team di archeologi subacquei ha scoperto il carico di una nave dell’Età della Pietra che era affondata al largo di Capri, nella Baia di Napoli. Durante la ricerca tra il carico disperso, i ricercatori hanno individuato un grosso pezzo di ossidiana, un tipo di vetro vulcanico utilizzato in tempi preistorici per creare lame e altri strumenti. Non si conosce l’identità dei marinai che trasportavano questo carico misterioso. L’ossidiana, una roccia ignea di colore violaceo, si trova naturalmente su alcune delle isole vulcaniche italiane, ma non è chiaro da quale isola sia stata ottenuta questa particolare collezione.
Il relitto neolitico è stato originariamente individuato da sub della polizia il mese scorso e successivamente visitato da scienziati marini della Soprintendenza dell’Area Metropolitana di Napoli. I funzionari hanno annunciato la scoperta spiegando che il carico affondato consisteva in una serie di nuclei di ossidiana lavorati, uno dei quali mostra segni di cesellatura e intaglio sulla sua superficie. Il grande nucleo scolpito, che si trova a una profondità di 30-40 metri sotto la superficie, misura 28 per 20 per 15 centimetri e pesa quasi 8 chilogrammi.
Non sono state recuperate tracce della nave neolitica che trasportava l’ossidiana, ma gli archeologi condurranno un’ampia indagine strumentale del fondale marino per verificare la possibile presenza dello scafo o di altri materiali di carico. Il relitto è stato scoperto vicino alla famosa Grotta Azzurra, un luogo di balneazione preferito dagli imperatori romani.
Le informazioni sull’attività umana sull’isola di Capri durante il periodo neolitico sono molto limitate. Tuttavia, ci sono prove che le persone erano presenti in diverse isole del Mediterraneo in quel periodo. Ad esempio, l’ossidiana proveniente dall’isola di Melos è stata trovata nella Grotta Franchthi sulla terraferma greca. Si ritiene che il materiale sia stato trasportato attraverso il Mar Egeo da antichi marinai circa 13.000 anni fa. Queste scoperte offrono interessanti spunti sulle capacità di navigazione degli esseri umani dell’Età della Pietra, anche se non è ancora chiaro quando abbiamo sviluppato le nostre abilità marinare.
Ci sono anche altre scoperte che suggeriscono la presenza di navigazione umana molto prima. Ad esempio, attrezzi di pietra sull’isola di Creta sono stati datati a 130.000 anni fa, sollevando speculazioni sul fatto che i Neanderthal potrebbero essere navigati in Europa dal Vicino Oriente. Altri antichi strumenti su Melos sono stati interpretati come prove di ominidi naviganti circa mezzo milione di anni fa, mentre si ritiene anche che i nostri antenati estinti siano sbarcati in qualche modo sull’isola di Flores in Indonesia un milione di anni fa.
Al momento, si sa molto poco sui nuclei di ossidiana appena scoperti in Italia. Tuttavia, si spera che i prossimi lavori di recupero, restauro e analisi aiuteranno non solo a rivelare l’età del relitto antico, ma anche a colmare alcune delle lacune nella nostra conoscenza di Capri nel periodo neolitico.
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