Scienziati e filosofi hanno collaborato per presentare una nuova legge della natura che sostiene che i sistemi complessi si evolvono in modi simili, indipendentemente dalla presenza di vita. Questi sistemi diventano più complessi nel tempo e raggiungono una maggiore diversità e strutturazione. Gli autori affermano che questa legge è una visione del funzionamento del mondo naturale, simile alle grandi descrizioni del movimento, della gravità e dell’energia sviluppate tra il XVII e il XIX secolo. La legge si basa su equivalenze concettuali tra fenomeni diversi.
La teoria dell’evoluzione di Darwin ha dimostrato che gli esseri viventi si evolvono attraverso la selezione naturale, in cui gli organismi più adatti a sopravvivere e riprodursi trasmettono le caratteristiche di successo. Secondo la nuova legge, qualcosa di simile si applica anche ai sistemi complessi che possono assumere molte configurazioni, anche se non possono riprodursi. Questi sistemi possono essere configurati in molti modi, ma solo alcune forme si dimostreranno stabili nel tempo.
Un elemento chiave di questa legge è l’idea di “selezione per la funzione”. Gli autori considerano l’evoluzione come un cambiamento nel tempo che include la “discendenza con modificazione” di Darwin. Chiamano questa legge “Legge dell’aumento delle informazioni funzionali”. Tradizionalmente, la funzione nell’evoluzione si riferisce alla sopravvivenza e alla capacità di riprodursi. Gli autori ampliano questa definizione includendo anche la stabilità e la generazione di novità come forme di funzione.
La stabilità è un tipo di funzione basilare che riguarda la capacità di un sistema di rimanere stabile nel tempo. La generazione di novità si riferisce alla capacità di un sistema di creare nuove combinazioni di elementi. Gli autori notano che sulla Terra esistono milioni di specie diverse e quasi 6.000 minerali, molti dei quali sono il risultato di riarrangiamenti di strutture più semplici.
L’evoluzione non si limita alla vita sulla Terra. Anche nel cosmo, il Big Bang ha prodotto solo tre elementi, ma le generazioni successive di stelle hanno creato una maggiore diversità di elementi. Gli autori sostengono che la teoria darwiniana è solo un caso speciale di un fenomeno naturale più ampio. La selezione per la funzione si applica anche a stelle, atomi, minerali e altri sistemi in cui molte configurazioni sono sottoposte a pressione selettiva.
Riconoscere questa legge potrebbe aiutare a rilevare la vita al di fuori della Terra e a comprendere meglio la differenza tra vita e non vita. Potrebbe anche fornire spunti su come l’intelligenza artificiale si evolverà e come intervenire per indirizzare i sistemi nella direzione desiderata.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences in accesso aperto.
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