Un’analisi dettagliata dei mieli provenienti da 48 stati degli Stati Uniti ha rivelato interessanti tendenze regionali riguardo alla presenza di metalli tossici. Ogni singolo vasetto di miele rappresenta un autentico campione dell’ambiente locale in cui le api hanno raccolto il nettare. Il sapore dolce e appiccicoso del miele è il risultato diretto dei fiori che le api hanno scelto di visitare. Tuttavia, uno studio condotto dall’Università di Tulane ha dimostrato che il miele può offrire preziose informazioni sulla contaminazione ambientale a livello locale.
Il recente studio su Environmental Pollution
Il recente studio, pubblicato su Environmental Pollution, ha esaminato 260 campioni di miele provenienti da tutti gli Stati Uniti alla ricerca di tracce di sei metalli tossici: arsenico, piombo, cadmio, nichel, cromo e cobalto. È importante sottolineare che nessuno dei campioni analizzati presentava livelli pericolosi di questi metalli, considerando una tipica porzione giornaliera di un cucchiaio di miele. Inoltre, le concentrazioni rilevate negli Stati Uniti erano generalmente inferiori alla media globale.
Tuttavia, i ricercatori hanno individuato variazioni significative nella distribuzione di metalli tossici a livello regionale. Ad esempio, i livelli più elevati di arsenico sono stati riscontrati nei campioni provenienti da uno specifico gruppo di stati del Pacifico Nordoccidentale, tra cui Oregon, Idaho, Washington e Nevada. Al contrario, il Sud-est degli Stati Uniti, inclusi Louisiana e Mississippi, ha mostrato i livelli più alti di cobalto. Inoltre, due dei tre livelli più elevati di piombo sono stati identificati nei campioni provenienti dalle Carolina.
Il duplice ruolo del miele nell’ambiente
In generale, lo studio ha evidenziato il duplice ruolo del miele come alimento e come strumento per monitorare l’inquinamento ambientale. Le api, agendo come campioni passivi, raccolgono contaminanti dall’aria, dall’acqua e dalle piante durante il loro processo di foraggiamento. Questi contaminanti si accumulano nel miele, offrendo così uno spaccato dell’inquinamento ambientale di una determinata area geografica.
Il professor Tewodros Godebo, autore principale dello studio e docente presso la Celia Scott Weatherhead School of Public Health and Tropical Medicine dell’Università di Tulane, ha sottolineato che le api possono fornire preziose informazioni sull’inquinamento ambientale. Questo studio rappresenta il primo tentativo di testare il miele proveniente da diverse regioni degli Stati Uniti per la presenza di metalli tossici, utilizzando esclusivamente mieli monoflora che specificano la loro origine.
Ipotesi sulle possibili cause delle tendenze di inquinamento
I risultati dello studio hanno permesso di avanzare ipotesi sulle possibili cause delle tendenze di inquinamento riscontrate. Ad esempio, i livelli elevati di arsenico riscontrati nello stato di Washington, Oregon e Idaho potrebbero essere legati a un uso storico di pesticidi agricoli o a fonti industriali. Allo stesso modo, la presenza di piombo nei mieli delle Carolina potrebbe derivare da miniere, suoli contaminati da tracce residue di benzina e vernice al piombo, o dalla combustione di carburanti per aeromobili a base di piombo.
Collegare in modo definitivo l’inquinamento riscontrato nei mieli alle sue fonti richiederebbe ulteriori approfondimenti e studi. Il professor Godebo ha espresso la speranza che questi risultati possano stimolare ulteriori ricerche sulle fonti di inquinanti metallici tossici, sottolineando l’importanza di continuare a imparare dalle api per comprendere meglio l’ambiente e i potenziali impatti sulla salute delle comunità circostanti.
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