La maggior parte dei governi in tutto il mondo, soprattutto quelli dei paesi ad alto reddito, stanno affrontando difficoltà nel raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi, firmato nel 2015 da 195 paesi e dall’Unione Europea. Nonostante gli sforzi, le emissioni di anidride carbonica continuano a crescere, portando molti a considerare lo sviluppo di tecnologie per la sua rimozione dall’atmosfera come una soluzione. Tuttavia, un nuovo studio condotto dall’Iniziativa Energetica del Massachusetts Institute of Technology mette in luce le sfide e le limitazioni legate a questa strategia.
Il focus della ricerca è sulla cattura diretta dell’aria, nota come DAC, un processo tecnologico che mira a estrarre l’anidride carbonica dall’aria ambiente. Gli scienziati hanno individuato tre principali sfide ingegneristiche legate a questa tecnologia. La prima riguarda la posizione delle strutture necessarie per la cattura, esposte agli agenti atmosferici e con la necessità di spazi per lo stoccaggio del gas rimosso. La seconda sfida è legata all’approvvigionamento energetico, poiché le strutture devono essere collocate vicino a fonti di elettricità a basse emissioni di carbonio.
Un aspetto cruciale emerso dallo studio è che esistono limiti fisici e tecnologici alla cattura diretta del carbonio. La quantità di energia richiesta per estrarre l’anidride carbonica dall’aria su larga scala è significativa, con implicazioni sul consumo globale di elettricità. Inoltre, la scalabilità della tecnologia è un’altra sfida importante, considerando che l’anidride carbonica costituisce solo lo 0,04 percento dell’aria, richiedendo il passaggio di enormi volumi di aria attraverso i dispositivi di cattura.
Il costo associato alla cattura diretta del carbonio è risultato essere più elevato rispetto alle stime precedenti, rendendo le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) più competitive in termini di costi. Le CCS mirano a catturare il CO2 dai gas di scarico, dove la concentrazione è più elevata rispetto all’aria, consentendo una rimozione più efficiente e economica.
È importante sottolineare che la rimozione dell’anidride carbonica non può sostituire la necessità di ridurre le emissioni. Senza un’impegno concreto nel limitare le emissioni di gas serra, le tecnologie di rimozione potrebbero non essere sufficienti a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. La volontà politica di ridurre le emissioni rimane un fattore determinante per affrontare la crisi climatica.
Il recente Vertice sul Clima COP29 delle Nazioni Unite ha evidenziato la necessità di una riduzione assoluta delle emissioni di carbonio, dell’abbandono graduale dei combustibili fossili e della responsabilizzazione dei soggetti coinvolti per i danni climatici e per garantire una transizione equa verso un’economia sostenibile.
Il documento dell’Iniziativa Energetica del MIT, pubblicato sulla rivista One Earth, fornisce importanti spunti di riflessione sulle sfide e le opportunità legate alla rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera, sottolineando la complessità e la necessità di approcci integrati per affrontare la crisi climatica.
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