I parassiti hanno sempre viaggiato sugli uccelli migratori, sfruttando le loro rotte per spostarsi attraverso i continenti. Tuttavia, con l’aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica, c’è il rischio che questi parassiti possano ora sopravvivere e prosperare nelle nuove regioni in cui vengono trasportati dagli uccelli migratori. Questo fenomeno potrebbe favorire la diffusione di nuove malattie trasmesse dalle zecche, sottolineando l’importanza di approfondire gli studi sulla dispersione di questi parassiti e sulla trasmissione delle malattie.
Le zecche, leggere viaggiatrici, sono vettori di patogeni che possono essere trasportati dagli uccelli migratori per migliaia di chilometri al di là delle loro normali aree geografiche. In passato, le zecche non riuscivano a stabilirsi in nuove regioni a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia, con il cambiamento climatico in corso, le temperature più elevate potrebbero favorire la sopravvivenza e la diffusione delle zecche, portando con sé potenziali nuovi patogeni.
Secondo il dottor Shahid Karim dell’Università del Mississippi meridionale, autore principale di uno studio pubblicato su Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, le zecche, essendo vettori molto efficienti di malattie, possono collegare gli esseri umani e gli animali domestici a patologie trasmesse da serbatoi selvatici. L’insediamento di alcune specie di zecche come invasive è favorito dai cambiamenti climatici globali, come dimostrato dall’espansione rapida della zecca cornuta asiatica in diverse regioni degli Stati Uniti.
Per indagare sulla dispersione delle zecche attraverso gli uccelli migratori, gli scienziati hanno allestito reti in sei luoghi lungo il nord del Golfo del Messico, dove gli uccelli si fermano durante le loro migrazioni. Ogni uccello è stato anellato, misurato e esaminato per individuare la presenza di zecche. Le zecche trovate sono state rimosse e conservate per analisi del DNA al fine di identificarne la specie e i microrganismi trasportati.
Le ricerche hanno evidenziato che le zecche possono essere trasportate per distanze fino a 5000 km dagli uccelli migratori, sebbene il tasso di parassitismo sia risultato relativamente basso. Nonostante siano state identificate 18 diverse specie di zecche, solo quattro di esse rappresentavano l’81% delle zecche individuate dagli scienziati. Inoltre, i migratori a breve distanza trasportavano più zecche rispetto ai migratori a lunga distanza.
Analizzando le batterie trasportate dalle zecche, gli scienziati hanno individuato la presenza predominante di batteri di Francisella, che potrebbero svolgere un ruolo nell’aiutare le zecche a funzionare. Le batterie di Rickettsia sono risultate essere le seconde più abbondanti, suggerendo una possibile relazione simbiotica con le zecche. Alcune specie di Rickettsia possono causare malattie negli esseri umani, ma è ancora da determinare se le zecche invasive siano in grado di trasmettere tali patologie.
Per comprendere appieno l’impatto della dispersione delle zecche assistita dagli uccelli, ulteriori ricerche sono necessarie. È fondamentale scoprire se gli uccelli possano agire come serbatoi di malattie trasmesse dalle zecche anche in assenza di zecche parassitarie. Inoltre, è consigliabile adottare misure preventive come l’uso di repellenti per insetti e il controllo delle zecche dopo aver frequentato aree a rischio.
Riferimento: Zecche senza confini: microbioma di specie di zecche neotropicali immature che parassitano uccelli canori migratori lungo il nord del Golfo del Messico di Frank Robert Moore, Daniel Becker, Ashly Nussbaum, Mario Keko, Latoyia Downs, Deepak Kumar, Abdulsalam Adegoke, Raima Sen, Lorenza Beati, Theodore J. Zenzal e Shahid Karim, 16 settembre 2024, Frontiers in Cellular and Infection Microbiology. DOI: 10.3389/fcimb.2024.1472598