I parassiti intestinali si dividono in due categorie: i protozoi ed i metazoi. Si tratta, in pratica, di organismi unicellulari, nel primo caso, e pluricellulari nel secondo. I protozoi hanno dimensioni ridottissime mentre i pluricellulari possono raggiungere anche un metro. L’infestazione intestinale di questi organismi può avvenire attraverso l’assunzione di cibi crudi, soprattutto di carni e pesci o, nel caso delle verdure, non lavate non adeguatamente. Ma sono i bambini ad essere oggetto più spesso di infestazione di parassiti intestinali per le difese immunitarie più deboli e l’abitudine dei piccoli a mettere le mani in bocca. Anche le condizioni igieniche non adeguate e l’aver nuotato in acque sporche o camminare a piedi nudi espone al rischio.
I sintomi dei parassiti intestinali dipendono dalla tipologia di esemplare e dalle difese immunitarie dell’infestato. I più ricorrenti sono: prurito nella zona anale, nausea, vomito e coliti ricorrenti oltre al sangue nelle feci e forte diarrea. In alcuni casi possono comparire anche forme di anemia e deficit di vitamina B12, ulcere sulla pelle, tosse ricorrente, una sensazione di malessere generale, febbre, brividi, emicrania e sudorazione nelle ore notturne. Le infestazioni sono più comuni a seguito di un viaggio nelle aree tropicali e, come detto, le condizioni di scarsa igiene. Tra i rimedi più utilizzati per eliminare i parassiti c’è l’aglio consumato fresco ed a digiuno, i semi di zucca, l’estratto di pompelmo e di noce nera.