Un fossile di uccello straordinariamente ben conservato è stato scoperto, rappresentando un importante anello di congiunzione tra Archaeopteryx e gli uccelli moderni. Questo fossile, risalente al Mesozoico, è un ritrovamento eccezionale, con il cranio del volatile conservato in una tridimensionalità senza precedenti.
L’uccello, delle dimensioni di un storno, è stato definito una sorta di pietra di Rosetta per comprendere l’evoluzione del cervello degli uccelli fino alla sua forma attuale, incredibilmente intelligente. Gli scienziati, studiando il cervello ricostruito dell’animale, hanno notato che, sebbene fosse più intelligente dei primi dinosauri simili agli uccelli, mancava del cervelletto sviluppato che caratterizza gli uccelli moderni e che è associato al complesso controllo del volo.
Il termine “birdbrain”, un tempo utilizzato come insulto per indicare stupidità, oggi assume un significato diverso. Infatti, la ricerca ha dimostrato che nonostante le dimensioni ridotte, il cervello degli uccelli può essere ricco di neuroni, e alcune specie, come i corvi, mostrano un’intelligenza avanzata.
Tuttavia, la storia dell’evoluzione dell’intelligenza aviana ha presentato un vuoto di 70 milioni di anni, poiché trovare fossili ben conservati che forniscono indizi sul cervello non è stato facile. La scoperta di un uccello chiamato Navaornis hestiae potrebbe colmare questa lacuna, poiché il suo cranio fossile, risalente a circa 80 milioni di anni fa, è quasi perfettamente conservato.
Il co-autore dello studio, il Dr. Guillermo Navalón del Dipartimento di Scienze della Terra di Cambridge, ha dichiarato che l’anatomia dettagliata del cranio e del cervello di Navaornis permette di apprezzare appieno le caratteristiche di questo antico uccello. La struttura cerebrale di Navaornis si colloca in una posizione intermedia tra Archaeopteryx e gli uccelli moderni, rappresentando un importante tassello nell’evoluzione aviana.
Il Professore Daniel Field, autore principale della ricerca, ha sottolineato che Navaornis rappresenta una specie che si trova a metà del percorso evolutivo della cognizione degli uccelli. Grazie alla conservazione quasi perfetta del fossile, il team è stato in grado di ricreare il cervello dell’animale utilizzando avanzate scansioni micro-CT, rivelando dettagli sorprendenti sulla sua struttura cerebrale.
Questo fossile fornisce preziose informazioni su come si sia evoluta l’intelligenza degli uccelli nel corso dei millenni, offrendo uno sguardo unico su un momento cruciale della storia evolutiva di queste affascinanti creature. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, rappresentando un importante contributo alla comprensione dell’evoluzione del cervello degli uccelli.
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