I nostri antichi antenati non erano esigenti riguardo a chi portavano a letto, e gli echi di questa promiscuità preistorica possono ancora essere rilevati nei genomi umani di tutto il mondo oggi.
Le prime conquiste romantiche dell’umanità includono i Denisovani, una specie estinta con cui siamo stati in contatto. I ricercatori ora credono che ci siamo accoppiati con almeno tre popolazioni distinte di questa specie. Questo dimostra che l’evoluzione umana non è stata un processo lineare da un antenato comune, ma piuttosto un intreccio complesso di ibridazioni con diversi ominidi che ha contribuito a plasmare la nostra attuale diversità genetica.
La dottoressa Linda Ongaro, autrice dello studio, ha sottolineato che l’ibridazione con i Denisovani ha avuto un ruolo significativo nella nostra evoluzione. I Denisovani sono diventati noti alla scienza nel 2010 quando il loro genoma è stato sequenziato da un osso di dito trovato nella Caverna di Denisova, sulle montagne dell’Altai in Siberia. Questi ominidi non erano estranei agli antichi Homo sapiens, e le tracce del loro DNA sono state rintracciate in diverse popolazioni umane in tutto il mondo.
Originariamente si pensava che solo i Papuani portassero tracce del DNA dei Denisovani, ma ricerche successive hanno rivelato che anche popolazioni dell’Asia orientale, dell’Asia meridionale e degli indigeni americani presentano quantità minori di materiale genetico dei Denisovani.
Contrariamente ai Neanderthal, i Denisovani sono conosciuti principalmente attraverso pochi resti fossili, come un osso di dito, una mandibola, denti e frammenti di cranio. Tuttavia, analizzando i segmenti dei Denisovani presenti nei genomi umani moderni, gli scienziati hanno individuato prove di almeno tre eventi passati in cui i geni di popolazioni distinte dei Denisovani si sono mescolati con il patrimonio genetico umano.
Secondo le evidenze, i Denisovani dell’Altai si sono frammentati in diverse linee tra 409.000 e 222.000 anni fa. Queste linee si sono poi mescolate con antichi antenati degli asiatici orientali e papuani, trasmettendo loro adattamenti genetici che avevano sviluppato per sopravvivere in ambienti difficili.
Uno di questi adattamenti è il locus genetico EPAS1, che conferisce una tolleranza all’ipossia ed è presente nelle popolazioni tibetane. Questo gene è stato ereditato dai Denisovani e si è diffuso tra gli asiatici orientali. Un altro esempio di introgressione adattativa è il metabolismo dei lipidi negli Inuit della Groenlandia, che presenta un’aplotipo introdotto dai Denisovani, conferendo un vantaggio alle popolazioni artiche nel freddo.
Lo studio condotto dalla dottoressa Ongaro e colleghi è stato pubblicato sulla rivista Nature Genetics, evidenziando l’importanza dell’ibridazione con i Denisovani nella nostra evoluzione e nella diversità genetica umana.
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