Predatori terrestri: solitari vs sociali

Uno studio svela chi sono i cacciatori più efficaci

Qual è il predatore terrestre più efficace, prolifico e feroce della Terra? La risposta a questa domanda dipende da diversi fattori, come hanno scoperto gli ecologisti dell’Università Deakin in Australia in uno studio recente che ha analizzato dettagliatamente la questione.

Secondo la ricerca, i carnivori solitari come gli orsi bruni e i grandi felini solitari come le tigri e le linci hanno tendenzialmente tassi di uccisione per capita più elevati rispetto ai predatori sociali come i lupi, le iene e i felidi orientati al gruppo come i leoni. In altre parole, i carnivori solitari uccidono un maggior numero di individui rispetto ai cacciatori di gruppo.

Ma cosa si intende per tassi di uccisione per capita? Semplicemente il numero di prede cacciate con successo per cacciatore individuale. Questo parametro è utile per valutare l’impatto di un predatore sull’ambiente, ma non è l’unico da considerare.

Un altro aspetto interessante è la dimensione della preda rispetto al predatore. Ad esempio, 20 topi potrebbero non essere sufficienti per un carnivoro solitario, ma un cervo potrebbe rappresentare un pasto abbondante. Allo stesso modo, un singolo cervo diviso tra 20 predatori di branco potrebbe non essere sufficiente per nessuno di loro.

La nuova analisi ha rivelato che gli animali di gruppo possono abbattere prede più grandi e, nonostante la condivisione, possono ottenere più benefici in termini di contenuto calorico. Di conseguenza, i predatori sociali tendono a cacciare meno frequentemente rispetto ai predatori solitari.

Ma la predazione non riguarda solo il prelievo di risorse dall’ambiente. I tassi di uccisione da soli non spiegano completamente come i carnivori influenzano gli ecosistemi. Ad esempio, lince eurasiatica, cane selvatico africano, puma e ghepardo uccidono tutti approssimativamente il doppio della biomassa viva di quanto siano in grado di consumare.

Un aspetto interessante è che i grandi carnivori possono abbandonare in media quasi un terzo della carne commestibile delle loro prede, che diventa carogna per gli spazzini. Tuttavia, la relazione tra predatori e spazzini non è così lineare come potrebbe sembrare, con esempi come le iene che si nutrono dei leoni ma vengono a loro volta derubate dai felini.

Lo studio in questione è una revisione dettagliata dei tassi di uccisione dei grandi carnivori mammiferi terrestri. Il team di ricerca ha esaminato quasi 200 articoli scientifici, concentrandosi sui grandi mammiferi carnivori terrestri che pesano 15 chilogrammi o più, inclusi anche predatori più piccoli come coyote, ghiottone, fossa e diavolo della Tasmania.

Nonostante la vasta mole di dati analizzati, i ricercatori hanno riscontrato alcune lacune informative. La maggior parte degli studi sui tassi di uccisione proveniva dal Nord America, con meno dati disponibili per l’Africa e l’Europa, e pochissime informazioni provenienti dall’Asia e dall’Australia.

Infine, sebbene i carnivori che vivono in gruppo tendano ad avere tassi di uccisione per capita inferiori rispetto a quelli solitari, è importante considerare che le diverse specie operano in modi molto diversi. I predatori canini come i lupi e i cani selvatici africani preferiscono rincorrere le prede per logorarle, mentre i felini come le tigri utilizzano strategie di caccia all’agguato basate sulla furtività e la velocità.

Infine, nonostante la nostra specie, Homo sapiens, sia considerata il predatore dominante sulla Terra, potremmo non essere i più efficienti. Un esempio è il gatto dai piedi neri, il più piccolo felino selvatico dell’Africa, che ha un tasso di successo di caccia del 60 percento, un dato sorprendentemente alto per un carnivoro terrestre.

Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Biological Reviews e offre uno sguardo approfondito sui comportamenti predatori dei grandi carnivori terrestri.

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