Esplorando il Loch Ness: Micro-Mostri e Ologrammi

un cartello per il mostro di Loch Ness di fronte al lago
I micro-mostri sono stati trovati grazie al weeHoloCam della Scozia. (13threephotography / Shutterstock.com)

Il Loch Ness in Scozia è rinomato per la presunta presenza di un’enorme creatura che si dice si nasconda nelle sue acque, ma quali altre forme di vita si celano nelle profondità torbide? Recenti studi condotti dall’Università di Aberdeen hanno deciso di esplorare ciò che si nasconde veramente laggiù, immergendo per la prima volta una telecamera olografica, con risultati sorprendenti.

L’entusiasmante spedizione è stata resa possibile grazie a weeHoloCam, un dispositivo in grado di catturare migliaia di immagini olografiche digitali per svelare organismi microscopici. Dopo l’immersione, il sistema utilizza le più recenti tecnologie di intelligenza artificiale per analizzare ciò che è stato registrato dalla telecamera.

Le telecamere olografiche presentano significative differenze rispetto alle telecamere tradizionali quando si tratta di identificare piccoli organismi in movimento. “Una telecamera tradizionale richiede scatti multipli in momenti diversi per catturare una scena a causa del suo fuoco corto”, ha spiegato il Professore Emerito Jon Watson, membro del team di ingegneri di Aberdeen. “Con un ologramma, un intero volume viene registrato in un’unica ripresa. È come portare un pezzo di oceano direttamente nel tuo laboratorio”.

All’esame dei risultati, il team ha scoperto la presenza di “micro-mostri” nelle acque del Loch Ness. Si trattava di particelle di plancton ingrandite che, sebbene non abbiano lo stesso fascino del folklore di Nessie, offrono una nuova prospettiva sulla vita nel lago di acqua dolce.

“È stata un’opportunità unica per noi utilizzare il weeHoloCam in un ambiente di acqua dolce, dato che in passato era stato impiegato solo in mare”, ha aggiunto il Dottor Thangavel Thevar della Scuola di Ingegneria dell’Università di Aberdeen. “Eravamo particolarmente interessati alla qualità dell’acqua, specialmente a profondità minori, considerando che un’eccessiva torbidità potrebbe interferire con la registrazione dell’apparecchio. Tuttavia, abbassando la telecamera a circa 200 metri, siamo riusciti a osservare numerose particelle interessanti che, in collaborazione con i biologi, ci forniranno ulteriori informazioni sulla biodiversità del Loch Ness”.

Il team è fiero di questo nuovo approccio nello studio degli organismi acquatici, poiché nessun campione è stato prelevato dal lago per essere analizzato in laboratorio. Invece, sono stati generati dettagliati ologrammi che consentiranno di identificare le specie sul posto, permettendo loro di continuare a vivere nel loro habitat naturale nel Loch Ness. Una buona notizia per la scienza e per la convivenza tra esseri umani e animali, considerando che Nessie potrebbe non gradire se rapissimo tutti i suoi simili.

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