Adrian Shine, un naturalista scozzese che ha dedicato più di 50 anni alla ricerca sul mistero del mostro di Loch Ness, propone una spiegazione alternativa per gli avvistamenti di Nessie. Secondo Shine, molte delle presunte apparizioni del “mostro” possono essere attribuite a fenomeni naturali, in particolare a uccelli acquatici come cigni, cormorani e smerghi, che hanno il collo lungo e possono facilmente essere scambiati per la creatura leggendaria. Shine spiega che spesso le persone non riconoscono correttamente ciò che vedono, e il loro “pregiudizio di conferma” – cioè l’inclinazione a interpretare un avvistamento come una conferma di ciò che già credono – porta a errori di percezione. Aggiunge anche che, in condizioni di calma, è difficile giudicare la distanza e le dimensioni di un oggetto sull’acqua, il che può causare la visione di “gobbe” nell’acqua, che non sono altro che effetti ottici generati dalle scie lasciate dalle barche.
Shine, che ha fondato il Loch Ness Project, si considera uno “scettico comprensivo”, ovvero una persona che non esclude completamente l’idea di un mistero, ma che rimane scettico riguardo all’esistenza di Nessie come un animale preistorico, come suggerito da alcuni avvistamenti. Il naturalista ha anche analizzato il lavoro del fotografo finlandese Tommi Vainionpää, il quale ha creato una convincente silhouette del mostro di Loch Ness utilizzando le diverse parti di un cigno, supportando ulteriormente l’idea che il mostro possa in realtà essere un cigno avvistato in determinate condizioni.
Shine cita anche un altro fenomeno che potrebbe contribuire a creare l’illusione di un mostro: le scie delle barche. Quando un’imbarcazione passa vicino, le onde che si formano possono sembrare gobbe solide e continue, creando un’illusione ottica simile alla descrizione del mostro. Le onde causate dal passaggio delle barche sono spesso difficili da distinguere, e possono essere interpretate erroneamente come una creatura che emerge dall’acqua.
Nel suo libro A Natural History of Sea Serpents, Shine sottolinea che gli avvistamenti di Nessie spesso corrispondono alle immagini classiche di serpenti marini, ma senza prove concrete dell’esistenza di un animale preistorico, l’ipotesi di una creatura acquatica giganta sembra improbabile. Inoltre, Shine evidenzia che il lago di Loch Ness non ha abbastanza risorse alimentari per supportare una creatura delle dimensioni di Nessie, dato che la popolazione di pesci nel lago è limitata. Le ricerche sul DNA nel 2018 non hanno trovato tracce di animali marini giganti, come un plesiosauro o altri mostri marini, nel lago.
Shine suggerisce che l’iconica leggenda di Nessie si sia radicata principalmente grazie alla “curiosità popolare”, che attrae l’interesse per un mistero irrisolto. La sua teoria si basa sul fatto che, mentre il mare è troppo vasto per essere oggetto di indagini approfondite, un lago relativamente piccolo come Loch Ness stimola il desiderio di risolvere il mistero. Inoltre, le dimensioni limitate del lago, che contiene più acqua dell’intera Inghilterra e Galles, ma che rimane comunque un ambiente finito, alimentano la percezione che la risposta possa essere alla portata di chiunque desideri cercarla.
In conclusione, Shine ritiene che l’esistenza di Nessie sia un’illusione creata da fenomeni naturali come uccelli dal collo lungo, scie delle barche e errori di percezione, ma continua a essere un fenomeno affascinante per la curiosità che genera tra i visitatori e gli appassionati di misteri.