Un tempo, le praterie dell’Eurasia erano solcate da una bestia imponente, l’Elasmotherium, che pesava circa 3,5 tonnellate. Questa creatura, soprannominata l’unicorno siberiano per il suo strabiliante corno sulla testa, era un antico parente del rinoceronte. Ciò che stupisce è che questa creatura quasi mitica potrebbe aver condiviso il pianeta con gli esseri umani. In passato si riteneva che si fosse estinta tra 200.000 e 100.000 anni fa, ma recenti datazioni fossili hanno spostato la sua estinzione a soli 39.000 anni fa.
L’Elasmotherium, sebbene imparentato con il rinoceronte, era simile in dimensioni a un elefante moderno, con una lunghezza di circa 4,5 metri. Ma ciò che lo rendeva veramente impressionante era il suo corno, che poteva aggiungere altri 2 metri alla sua imponente figura. Si pensa che il corno fosse composto di cheratina, come i corni dei rinoceronti attuali, ma non è stato ancora trovato un esemplare conservato poiché la cheratina non si conserva bene nei fossili come l’osso.
Uno dei fossili più notevoli dell’unicorno siberiano è un cranio completo conservato al Museo di Storia Naturale di Londra. Quando questo raro reperto è stato datato, il Professor Adrian Lister e il suo team hanno fatto una scoperta sorprendente: il fossile aveva meno di 40.000 anni. Questa rivelazione ha portato a ulteriori studi che hanno dimostrato che ci sono molti fossili dell’Elasmotherium della stessa età, smentendo l’idea che si fosse estinto molto prima.
Lo studio ha anche rivelato che l’Elasmotherium si è separato dai rinoceronti fin dall’Eocene. Questo significa che quando l’unicorno siberiano si è estinto, ha segnato la fine di un’intera sottofamiglia. Sembra che la sua presenza si sia protratta fino a circa 39.000-35.000 anni fa, periodo in cui anche i Neanderthal si stavano estinguendo.
Per quanto riguarda le cause dell’estinzione dell’Elasmotherium, si discute se siano stati fattori ambientali o la pressione della caccia umana. Gli studiosi ritengono che la sua limitata gamma geografica, le ridotte dimensioni della popolazione e il lento tasso riproduttivo, unite alla sua imponente taglia, lo abbiano reso vulnerabile ai cambiamenti ambientali. L’ipotesi che la caccia umana abbia contribuito alla sua estinzione è supportata dal fatto che l’Homo sapiens ha sostituito i Neanderthal in Eurasia intorno a 45-40 mila anni fa.
Al momento non esistono reperti dell’Elasmotherium provenienti da siti archeologici, e le poche presunte rappresentazioni di questa creatura nell’arte paleolitica non sono convincenti. Tuttavia, fortunatamente, non è lo stesso per il mammut lanoso.
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