L’Antartide, con le sue cime innevate e i coraggiosi esploratori, è un ambiente ostile che cela una variegata fauna che lotta per sopravvivere. Oltre alle famose foche e ai pinguini, c’è un abitante insolito e poco conosciuto: il midollo antartico, noto anche come Belgica antarctica.
Nonostante le sue dimensioni ridotte, tra i 2 e i 6 millimetri, il midollo antartico è il più grande animale terrestre nativo a tempo pieno dell’Antartide. A differenza dei pinguini e delle foche, che non sono residenti permanenti, e degli uccelli che migrano con le stagioni, questo insetto ha sviluppato adattamenti straordinari per sopravvivere in un ambiente così estremo.
Una caratteristica unica del midollo antartico è la sua incapacità di volare e pungere, avendo perso completamente le ali come strategia di sopravvivenza contro i venti polari. Questi insetti hanno adattamenti che li rendono in grado di resistere a temperature fino a -15°C, come la capacità di perdere il 70% dei fluidi corporei e di sopravvivere per un mese senza ossigeno.
Per resistere all’inverno antartico, accumulano zuccheri come antigelo naturale e si disidratano per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule. Sorprendentemente, possono persino sopravvivere a essere congelati solidamente per nove mesi all’anno, impiegando due anni per completare il loro ciclo di vita, principalmente come larve.
Le larve del midollo antartico si nutrono di batteri, alghe, muschi e escrementi di pinguino, rimanendo al caldo sotto la neve. Studi recenti hanno dimostrato che queste larve possono resistere a bruschi cali di temperatura attraverso un processo chiamato indurimento rapido al freddo.
Secondo il ricercatore dell’Università del Kentucky Nick Teets, il midollo antartico è presente sul continente fin dall’inizio, offrendo un modello per comprendere la storia dell’Antartide e prevedere le risposte del continente ai cambiamenti climatici.
Tuttavia, nonostante la loro abilità nel sopravvivere alle condizioni antartiche, i midgi antartici sono minacciati dal riscaldamento globale. Uno studio del 2022 ha evidenziato che queste creature sono negativamente influenzate dalle condizioni di riscaldamento e potrebbero essere a rischio mentre le temperature globali continuano a salire.
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