La Corrente del Golfo durante l’era glaciale: scoperte sorprendenti

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Venti mila anni fa, il mondo era immerso in una vasta era glaciale, con calotte glaciali spesse fino a due miglia che ricoprivano vaste aree del Nord America, della Scandinavia e delle Isole Britanniche. Le concentrazioni di gas serra erano notevolmente inferiori, il che rendeva il pianeta più freddo di circa 6°C. A causa dell’acqua intrappolata nelle calotte glaciali, il livello del mare era almeno 120 metri più basso rispetto ad oggi, rivelando terre attualmente sommerse. In quel periodo remoto, era possibile percorrere a piedi distanze che oggi sembrano impensabili, come da Francia a Londra attraversando Doggerland o dalla Russia all’Alaska passando per la Beringia.

Uno studio recentemente pubblicato su Nature ha portato alla luce una scoperta sorprendente riguardo al clima dell’era glaciale: la Corrente del Golfo, responsabile del trasporto di acqua calda verso nord attraverso l’Atlantico, era più intensa e profonda rispetto alla sua attuale configurazione. Questa ricerca, condotta da paleoceanografi interessati a comprendere il comportamento degli oceani durante l’ultima era glaciale, fornisce importanti spunti sulle possibili dinamiche del cambiamento climatico in futuro.

Attualmente, l’acqua calda salata proveniente dal Golfo del Messico scorre verso nord come parte della Corrente del Golfo, rilasciando calore lungo il suo percorso e mantenendo il clima dell’Europa occidentale piuttosto mite. Quando questa corrente raggiunge le acque a nord dell’Islanda, perde calore sufficiente a incrementare la sua densità, facendola affondare e formare acque profonde. Questo processo avvia il cosiddetto “nastro trasportatore globale delle acque profonde”, un meccanismo che connette tutti gli oceani del mondo, trasferendo lentamente il calore a profondità superiori a un miglio sotto la superficie terrestre.

Precedenti ipotesi suggerivano che durante periodi estremamente freddi come l’era glaciale, la circolazione termoalina atlantica, che include la Corrente del Golfo, fosse più debole. Si pensava che la presenza di maggiori quantità di ghiaccio marino nell’Artico avrebbe limitato l’affondamento dell’acqua superficiale nell’oceano profondo, rallentando il nastro trasportatore globale delle acque profonde. Tuttavia, il nuovo studio dimostra che la Corrente del Golfo era in realtà più intensa e profonda durante l’era glaciale, nonostante le condizioni climatiche estremamente fredde e la presenza di imponenti calotte glaciali nell’Atlantico settentrionale.

Le ricerche suggeriscono che i venti molto forti che caratterizzavano alcune regioni del Nord Atlantico durante l’era glaciale abbiano contribuito a potenziare la Corrente del Golfo. Anche se la quantità di acqua che affondava nell’oceano profondo era inferiore, la Corrente del Golfo trasportava comunque una considerevole quantità di calore verso nord, sebbene in misura inferiore rispetto all’attuale configurazione.

Per ricostruire la circolazione oceanica del passato, gli scienziati si sono basati su prove proxy conservate in carote di sedimenti marini, prelevate da diverse località lungo la costa orientale degli Stati Uniti. Analizzando la dimensione dei granuli di sedimenti e la chimica delle conchiglie di organismi unicellulari chiamati foraminiferi, è stato possibile determinare la profondità della Corrente del Golfo durante l’era glaciale, aggiungendo così nuovi dettagli alla nostra comprensione del passato climatico.

Le ricerche evidenziano la sensibilità della Corrente del Golfo e del sistema di correnti atlantiche ai cambiamenti nella forza del vento e alle acque di fusione provenienti dalla Groenlandia, con importanti implicazioni per il futuro cambiamento climatico. I modelli climatici indicano un possibile indebolimento della Corrente del Golfo nel corso del XXI secolo, principalmente a causa di una minore intensità dei venti. Questo potrebbe comportare un aumento dei livelli del mare lungo la costa orientale degli Stati Uniti e un riscaldamento globale meno marcato in Europa.

È fondamentale considerare che eventuali cambiamenti nei modelli del vento causati dal cambiamento climatico potrebbero influenzare anche la Corrente del Golfo, aggiungendo ulteriore incertezza sulle future condizioni climatiche. I risultati dello studio sottolineano l’importanza di evitare semplificazioni eccessive riguardo alle correnti atlantiche e al cambiamento climatico futuro, poiché il sistema oceanico dell’Atlantico è complesso e reagisce in modo differenziato alle variazioni ambientali.

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