I punti di riferimento sulla superficie di Europa suggeriscono che la crosta ghiacciata è vulnerabile all’azione delle acque sottostanti. Una recente missione di Juno ha rivelato segnali di un’attività di getto, che potrebbe aprire la strada a future missioni per prelevare campioni dell’oceano interno senza la necessità di atterrare sulla luna. Juno ha effettuato il suo avvicinamento più ravvicinato a Europa quasi due anni fa, ma le sue osservazioni sono ancora oggetto di analisi. Sorprendentemente, nonostante orbiti attorno a Giove dal 2016, le cinque immagini scattate da Juno il 29 settembre 2022 rappresentano i primi primi piani di Europa dal passaggio della sonda Galileo nel 2000. Questo potrebbe indicare una trascuratezza verso uno dei mondi più affascinanti del Sistema Solare, ma allo stesso tempo potrebbe fornire una preziosa linea di base per monitorare eventuali cambiamenti.
Europa è noto per essere l’oggetto più liscio del Sistema Solare, grazie al continuo rinnovamento guidato dal suo oceano interno. Tuttavia, non è privo di caratteristiche: Juno ha individuato depressioni con pareti ripide larghe da 20 a 50 chilometri e modelli di frattura che potrebbero indicare una vera deriva polare. La dottoressa Candy Hansen dell’Istituto di Scienze Planetarie spiega che la vera deriva polare si verifica quando il guscio ghiacciato di Europa è disaccoppiato dal suo interno roccioso, generando stress che porta a modelli di frattura prevedibili.
Le correnti all’interno dell’oceano di Europa, generate dal riscaldamento del nucleo roccioso e influenzate dalla trazione gravitazionale di Giove, potrebbero causare allungamenti e compressioni nella crosta ghiacciata, creando le crepe e le creste osservate fin dai tempi della Voyager 2. Hansen e il suo team stanno esplorando le immagini di Juno dell’emisfero meridionale di Europa, rivelando nuovi dettagli sui modelli di frattura e sull’effetto della vera deriva polare sulla geologia superficiale.
Non tutti i cambiamenti osservati sulla mappa di Europa sono dovuti alle correnti dell’oceano interno. Ad esempio, il cratere Gwern è stato svelato come un’illusione ottica, mentre nuove scoperte come Platypus, con le sue caratteristiche insolite, potrebbero indicare la presenza di tasche di acqua salata che interagiscono con il guscio ghiacciato. Le macchie scure potrebbero essere il risultato di attività criovulcanica, suggerendo la presenza di acqua liquida sotterranea su Europa.
Un’attività superficiale di questo tipo potrebbe consentire di campionare l’oceano interno alla ricerca di segni di vita, semplicemente volando attraverso un getto e raccogliendo campioni di ghiaccio, senza la necessità di atterrare sulla luna. Sebbene attualmente la deriva polare causi solo modesti spostamenti delle caratteristiche superficiali di Europa, ci sono prove che milioni di anni fa si sia verificato uno spostamento di oltre 70 gradi, il cui motivo rimane ancora sconosciuto.
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