Un nuovo studio ha rivelato che la Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC) ha subito un notevole rallentamento dagli anni ’90. L’AMOC è un componente essenziale dei sistemi che regolano i climi regionali della Terra, con potenziali impatti come inverni più freddi in Europa e un riscaldamento accelerato nei tropici.
Da decenni i climatologi hanno identificato l’AMOC come una parte vulnerabile del bilancio termico planetario, ma l’entità esatta dei cambiamenti è stata oggetto di incertezza. Le correnti oceaniche, che trasportano quantità d’acqua paragonabili ai fiumi più grandi del mondo, svolgono un ruolo cruciale nel redistribuire il calore e nell’ossigenazione delle acque profonde.
L’AMOC è principalmente generata dall’acqua salata rilasciata durante la formazione del ghiaccio marino, che affonda nelle profondità e permette alle acque tropicali di fluire verso nord. Tuttavia, il ghiaccio che si scioglie dalla Groenlandia potrebbe alterare questo equilibrio, depositando acqua fredda ma molto fresca sopra acque più salate anziché farla affondare.
Il Dott. Alexey Mishonov dell’Università del Maryland e il suo team hanno adottato un nuovo metodo per misurare la forza dell’AMOC, analizzando temperature, altezze della superficie marina, salinità e densità nel Nord Atlantico. I risultati indicano un riscaldamento differenziato nelle diverse sub-regioni, con le regioni subpolari che si riscaldano più lentamente rispetto a quelle subtropicali.
Il team ha individuato segnali di stabilità dell’AMOC fino al 1994, ma un successivo rallentamento è stato confermato. In particolare, si è registrata una riduzione del 20% del trasporto di acqua calda dalla Corrente del Golfo, con possibili conseguenze sullo scambio di calore e sul clima regionale.
Sebbene alcuni studi abbiano individuato segnali di un possibile collasso dell’AMOC, il lavoro di Mishonov non conferma direttamente tali ipotesi. Tuttavia, la possibilità di un indebolimento significativo dell’AMOC potrebbe comportare cambiamenti climatici imprevedibili.
Il rallentamento dell’AMOC potrebbe avere impatti negativi su scala globale, influenzando il clima e gli ecosistemi marini. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che altre fonti di ossigenazione potrebbero mitigare parzialmente gli effetti negativi dell’indebolimento dell’AMOC.
Nonostante alcune rappresentazioni catastrofiche nell’immaginario popolare, la comunità scientifica non ritiene probabile un collasso totale dell’AMOC. Tuttavia, un suo significativo rallentamento potrebbe avere conseguenze rilevanti sul clima globale, giustificando l’interesse crescente per la sua funzionalità.
Lo studio di Mishonov e colleghi è stato pubblicato in open access su Frontiers in Marine Science, offrendo un contributo significativo alla comprensione dei cambiamenti in corso nell’AMOC e alle loro possibili implicazioni.
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