I ricercatori dell’Università della Florida Centrale hanno recentemente portato alla luce importanti scoperte riguardanti gli Oggetti Trans-Nettuniani (TNO) e i centauri, rivoluzionando la nostra comprensione della formazione del sistema solare. Utilizzando il Telescopio Spaziale James Webb, hanno analizzato le complesse composizioni molecolari di questi corpi celesti, tracciando il loro percorso evolutivo dai confini freddi del sistema solare fino al loro ruolo dinamico come centauri più vicini al sole.
I TNO sono corpi celesti di dimensioni ridotte che orbitano attorno al sole oltre Plutone, rappresentando una sorta di “capsule del tempo” incontaminate che conservano preziose informazioni sui processi molecolari e le migrazioni planetarie che hanno modellato il sistema solare miliardi di anni fa. Questi antichi resti, definiti anche “planetesimi”, non si sono mai fusi in pianeti, mantenendo intatte le tracce del passato.
Grazie a nuove ricerche dell’Università della Florida Centrale, pubblicate su Nature Astronomy il 19 dicembre, si è ottenuta una visione più chiara della distribuzione dei ghiacci nel sistema solare primordiale e del processo di trasformazione dei TNO in centauri mentre si spostano verso l’interno, tra Giove e Saturno. Questi studi hanno finalmente svelato i misteri legati alla composizione molecolare dei TNO, fornendo informazioni cruciali sulla loro diversità di colore e dinamica.
Prima di queste scoperte, la composizione molecolare dei TNO rimaneva un enigma, ostacolando la comprensione della loro varietà di colori e comportamenti. Tuttavia, grazie al recente studio guidato dall’UCF, è stato possibile identificare le molecole specifiche responsabili della diversità spettrale e cromatica osservata negli oggetti trans-nettuniani. Queste molecole, come il ghiaccio d’acqua, il biossido di carbonio, il metanolo e gli organici complessi, offrono un collegamento diretto tra le caratteristiche spettrali dei TNO e le loro composizioni chimiche.
L’utilizzo del Telescopio Spaziale James Webb ha permesso ai ricercatori di categorizzare i TNO in tre distinti gruppi composizionali, rivelando l’esistenza di linee di ritenzione dei ghiacci che segnano le diverse regioni di formazione di questi corpi celesti nel sistema solare primordiale. Queste regioni, determinate dalla loro distanza dal sole, rappresentano punti cruciali nel gradienti di temperatura del sistema solare primordiale, offrendo un collegamento diretto tra le condizioni di formazione dei planetesimi e le loro attuali composizioni.
In uno studio complementare sui centauri, i ricercatori hanno individuato firme spettrali uniche che differiscono dai TNO, rivelando la presenza di mantelli di regolite polverosa sulla loro superficie. Questa scoperta ha contribuito a chiarire come i TNO si trasformino in centauri mentre si avvicinano al sole, sviluppando talvolta code simili a comete.
Le ricerche condotte dall’Università della Florida Centrale fanno parte del progetto DiSCo, volto a scoprire la composizione molecolare dei TNO. Grazie al JWST, i ricercatori hanno ottenuto una visione senza precedenti della diversità molecolare delle superfici dei TNO e dei centauri, superando i limiti delle osservazioni terrestri e degli altri strumenti disponibili.
Queste scoperte rappresentano solo l’inizio di un percorso di ricerca che promette ulteriori approfondimenti sulla formazione e l’evoluzione del sistema solare esterno. L’importanza di queste osservazioni è fondamentale per comprendere meglio le origini e lo sviluppo dei corpi celesti che popolano il nostro sistema solare, aprendo la strada a nuove scoperte e a una maggiore comprensione dell’universo che ci circonda.
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