La scoperta delle Millinovae: un nuovo capitolo nell’astrofisica

Una nuova classe di fonti transitorie di raggi X svelata nelle Nubi di Magellano

Un team internazionale di astronomi ha fatto una scoperta rivoluzionaria, svelando una nuova classe di fonti cosmiche di raggi X. Questa importante scoperta, guidata dai ricercatori dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Varsavia e pubblicata su Astrophysical Journal Letters, sta gettando nuova luce sui misteriosi fenomeni celesti.

La radiazione X, comunemente associata all’ambito medico per la produzione di immagini diagnostiche, è emessa anche da oggetti celesti. Il dottor Przemek Mróz, autore principale dello studio, spiega che fenomeni cosmici come il gas caldo che cade su nane bianche, stelle di neutroni o buchi neri, possono generare raggi X. Inoltre, particelle cariche in decelerazione, come gli elettroni, sono un’altra fonte di questa radiazione.

Il team di ricercatori ha individuato 29 oggetti insoliti nelle Nubi di Magellano, due galassie satelliti vicine alla Via Lattea. Questi oggetti si sono distinti per il loro comportamento sorprendente: durante scoppio prolungato, la loro luminosità è aumentata fino a 10-20 volte. Alcuni di essi hanno mostrato scoppio ricorrenti ogni pochi anni, mentre altri si sono accesi solo una volta durante il periodo di osservazione.

L’analisi di oltre 20 anni di dati raccolti dallo studio Optical Gravitational Lensing Experiment (OGLE), condotto dagli astronomi dell’Università di Varsavia, ha permesso di scoprire questi oggetti.

Uno degli oggetti rilevati, denominato OGLE-mNOVA-11, ha iniziato un’esplosione nel novembre 2023, offrendo un’opportunità unica per uno studio dettagliato. Attraverso l’osservazione con il Southern African Large Telescope (SALT), è emerso che questo oggetto presentava firme di atomi ionizzati di elio, carbonio e azoto, indicando temperature estremamente elevate. Inoltre, l’Osservatorio Neil Gehrels Swift ha rilevato raggi X corrispondenti a una temperatura di 600.000 gradi Celsius. Situato a oltre 160.000 anni luce di distanza, OGLE-mNOVA-11 ha emesso più di 100 volte la luminosità del Sole.

La somiglianza tra le caratteristiche di OGLE-mNOVA-11 e un altro sistema, chiamato ASASSN-16oh, scoperto nel 2016, ha portato i ricercatori a ipotizzare l’esistenza di una nuova classe di fonti transitorie di raggi X, chiamate millinovae. Questi sistemi binari di stelle, composti da una nana bianca e una stella subgigante, potrebbero svolgere un ruolo cruciale in astrofisica.

Gli scienziati hanno proposto due possibili spiegazioni sull’origine dei raggi X emessi da queste millinovae. Potrebbero derivare dal materiale della subgigante che cade sulla nana bianca, rilasciando energia, oppure potrebbero essere il risultato di un’esplosione termonucleare sulla superficie della nana bianca.

Se la seconda ipotesi fosse corretta, le millinovae potrebbero contribuire significativamente alla comprensione dell’Universo, poiché una nana bianca che accumula massa potrebbe alla fine esplodere come supernova di Tipo Ia. Queste supernovae sono utilizzate come candele standard per misurare le distanze cosmiche e hanno giocato un ruolo fondamentale nella scoperta dell’espansione accelerata dell’Universo, premiata con il Nobel per la Fisica nel 2011.

L’articolo, intitolato “Millinovae: Una Nuova Classe di Fonti Transitorie di Raggi X Supersoft senza un’Eruzione di Nova Classica”, è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters il 12 dicembre 2024. La ricerca è stata condotta in collaborazione tra scienziati dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Varsavia e ricercatori di varie istituzioni internazionali.

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