La demenza frontotemporale ha un impatto sull’empatia e sul comportamento sociale, con una ridotta attività cerebrale nelle regioni coinvolte nell’empatia. I pazienti affetti da demenza frontotemporale spesso presentano difficoltà nell’empatia. Un recente studio condotto presso il Karolinska Institutet ha rivelato che, a differenza delle persone sane, questi pazienti mostrano una minore attività cerebrale quando sono esposti al dolore altrui. Questa scoperta fornisce importanti informazioni sulle sfide uniche legate a questa forma di demenza e potrebbe contribuire ad approfondire la nostra comprensione della condizione.
Ricerca sull’Attività Cerebrale e sull’Empatia
Ogni anno in Svezia, circa 25.000 individui ricevono una diagnosi di demenza, di cui circa il 3% è attribuibile alla demenza frontotemporale. Questa tipologia di demenza è particolarmente complessa da diagnosticare e si caratterizza per la perdita di empatia, generando notevoli difficoltà non solo per i pazienti ma anche per i loro familiari.
In uno studio condotto da Olof Lindberg del Karolinska Institutet e Alexander Santillo dell’Università di Lund, sono stati esaminati 28 pazienti affetti da demenza frontotemporale attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Risultati Chiave: Empatia e Attivazione Cerebrale
La ricerca ha indagato la risposta dell’attività cerebrale quando i partecipanti osservavano immagini di mani trafitte da aghi, stimoli notoriamente in grado di attivare le regioni cerebrali coinvolte nel riconoscimento della sofferenza altrui. Questo approccio ha fornito preziose informazioni sulle basi neurologiche della perdita di empatia nella demenza frontotemporale.
Lo studio ha evidenziato che i pazienti affetti da demenza frontotemporale non manifestano alcuna attivazione delle reti cerebrali frontali, attivazione invece presente nel gruppo di controllo composto da individui sani della stessa fascia d’età.
Implicazioni per la Comprensione della Demenza Frontotemporale
Particolarmente interessante è stata la correlazione tra l’attività cerebrale misurata nei pazienti e la valutazione della mancanza di empatia da parte degli operatori sanitari. Questa forte correlazione è di fondamentale importanza poiché dimostra il legame tra l’attività cerebrale e il comportamento delle persone, come sottolineato da Olof Lindberg.
La demenza solitamente è associata a problemi di memoria, ma la demenza frontotemporale, con la perdita della capacità di provare empatia verso gli altri, può presentare somiglianze con altre condizioni caratterizzate da deficit di empatia in ambito psichiatrico, come la psicopatia. Lindberg ritiene che le nuove scoperte sull’influenza dell’attività cerebrale contribuiranno a una maggiore comprensione della malattia. Questo aspetto cattura un sintomo chiave nei pazienti, poiché la mancanza di empatia rende naturalmente più complesso il loro coinvolgimento sociale, influenzando ad esempio la valutazione sulla necessità di assistenza domiciliare.
Riferimento: Altered empathy processing in frontotemporal dementia di Olof Lindberg, Tie-Qiang Li, Cecilia Lind, Susanna Vestberg, Ove Almkvist, Mikael Stiernstedt, Anita Ericson, Nenad Bogdanovic, Oskar Hansson, Luke Harper, Eric Westman, Caroline Graff, Theofanis Tsevis, Peter Mannfolk, Håkan Fischer, Gustav Nilsonne, Predrag Petrovic, Lars Nyberg, Lars-Olof Wahlund e Alexander F Santillo, 3 dicembre 2024, JAMA Open Network. DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2024.48601. Lo studio è stato condotto in collaborazione tra l’Ospedale Universitario di Skåne, l’Ospedale Universitario di Norrland e l’Ospedale Universitario Karolinska Huddinge.