La psicopatia è una particolare condizione che porta, un determinato soggetto, a non avere empatia, senso di colpa o paura. Una condizione patologia che colpisce la personalità e che può provocare comportamenti potenzialmente dannosi per la società. Tra le tante condizioni che possono provocare la psicopatia ci sarebbe anche l’attività lavorativa svolta. A dimostrarlo è una ricerca condotta, alcuni anni fa, dal Great British Psycopath Survey che ha analizzato un campione di oltre 5.500 persone. La ricerca ha analizzato i mestieri svolti e, al contempo, le condizioni che generalmente sono correlate alla psicopatia registrando una frequenza notevolmente maggiore in alcune determinate attività professionali.
Sono gli amministratori delegati, secondo gli studiosi, ad avere una percentuale maggiore di malati. Al secondo posto si posizionano gli avvocati seguiti dagli impiegati dei mezzi di comunicazione. Subito fuori dal podio troviamo i venditori, i chirurghi, i giornalisti, le forze dell’ordine, i preti, i cuochi e, per ultimo, gli impiegati della Pubblica Amministrazione. Non è chiara la motivazione dell’incidenza maggiore di psicopatia in determinate attività: la possibilità di subire traumi psicologici, sul posto di lavoro, è tra le più indicate.