Un recente studio condotto sulle vitamine prenatali ha rivelato importanti lacune nel contenuto di nutrienti essenziali come colina e iodio, oltre alla presenza di metalli tossici oltre i limiti di sicurezza. L’analisi di 47 prodotti ha evidenziato discrepanze diffuse nei livelli di nutrienti e la contaminazione da sostanze dannose, sottolineando la necessità di controlli di qualità più rigorosi nel settore degli integratori.
Le nuove ricerche pubblicate su The American Journal of Clinical Nutrition hanno messo in luce che molte vitamine prenatali non forniscono quantità adeguate di colina e iodio, nutrienti fondamentali per la salute durante la gravidanza. I ricercatori hanno esaminato sia le vitamine da banco che quelle su prescrizione per valutare il contenuto di questi nutrienti essenziali e la presenza di metalli tossici come arsenico, piombo e cadmio.
Durante la gravidanza, le donne spesso ricorrono agli integratori prenatali per garantire il benessere proprio e del bambino in arrivo. La colina e l’iodio sono tra i nutrienti più cruciali per lo sviluppo fetale, ma alcune vitamine potrebbero non contenere le quantità dichiarate sull’etichetta, come sottolineato da Laura Borgelt, professore presso la Scuola di Farmacia e Scienze Farmaceutiche Skaggs dell’Università del Colorado presso CU Anschutz.
Lo studio mira a fornire alle donne informazioni dettagliate sul contenuto di nutrienti negli integratori prenatali, consentendo loro di fare scelte più consapevoli per la propria salute e quella del bambino. I ricercatori hanno testato 47 diverse vitamine prenatali, sia da banco che su prescrizione, per valutare il contenuto effettivo di colina e iodio rispetto a quanto dichiarato sull’etichetta, oltre alla presenza di arsenico, piombo e cadmio.
Le raccomandazioni ufficiali per l’assunzione di colina durante la gravidanza e l’allattamento sono di 450 mg/giorno e 550 mg/giorno rispettivamente, con un limite superiore tollerabile di 3.500 mg/giorno. Per l’iodio, l’apporto raccomandato varia da 150 mcg/giorno per le donne adulte a 290 mcg/giorno durante l’allattamento, con un limite superiore tollerabile di 1.100 mcg/giorno.
I risultati dello studio hanno evidenziato che la maggior parte delle vitamine prenatali non fornisce quantità adeguate di colina e iodio come dichiarato sull’etichetta. Inoltre, alcuni prodotti presentavano livelli eccessivi di metalli pesanti come arsenico, piombo e cadmio, al di sopra dei limiti di sicurezza stabiliti.
La presenza di contaminanti, in particolare cadmio, è stata considerata preoccupante dagli autori dello studio, che sottolineano la necessità di una maggiore regolamentazione nel settore degli integratori prenatali. Nonostante le criticità riscontrate, gli integratori prenatali rimangono importanti durante la gravidanza, e si consiglia di verificare attentamente gli ingredienti o di consultare un professionista sanitario per la scelta dell’integratore più adatto.
Lo studio, pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition, è stato finanziato dal Center for Science in the Public Interest con il supporto della John Sperling Foundation.
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