Un ampio segmento degli australiani con disturbi alimentari è neurodivergente, affrontando sfide uniche dovute alle differenze nel processo sensoriale e nelle abitudini alimentari. La ricerca sostiene trattamenti specializzati che rispettino queste differenze per migliori esiti nella cura.
Si stima che oltre 1,1 milioni di australiani vivano con un disturbo alimentare, e circa un terzo di questi individui è neurodivergente. Le persone neurodivergenti, inclusi coloro con autismo o ADHD, sono più inclini a sviluppare disturbi alimentari rispetto alla popolazione generale. Questo solleva domande sulle implicazioni per il loro trattamento.
Cosa Sono i Disturbi Alimentari?
I disturbi alimentari sono condizioni complesse e potenzialmente pericolose per la vita, causando disturbi persistenti nei pensieri, nei sentimenti e nei comportamenti legati al peso corporeo, al cibo e/o all’alimentazione. Le persone neurodivergenti sono colpite in modo sproporzionato da questi disturbi. Ad esempio, circa il 22,9% delle persone autistiche ha un disturbo alimentare, rispetto al 2% nella popolazione generale. Le persone con ADHD hanno quattro volte più probabilità di avere un disturbo alimentare rispetto a coloro senza ADHD.
Perché i Disturbi Alimentari Sono Più Comuni tra le Persone Neurodivergenti?
Le persone neurodivergenti sono più inclini a sperimentare difficoltà alimentari, sensibilità sensoriali e alimentazione disordinata. Ad esempio, circa il 70% dei bambini autistiche mostra comportamenti alimentari atipici, come la selettività alimentare e l’ipersensibilità alle texture alimentari. Queste caratteristiche sono associate a disturbi alimentari come l’ARFID e l’anoressia nervosa. Altre caratteristiche neurodivergenti, come il perfezionismo e la preferenza per la routine, sono state associate a comportamenti alimentari disordinati e disturbi alimentari.
Come Questo Influisce sul Trattamento?
Nonostante la sovrapposizione tra disturbi alimentari e neurodivergenza, gli attuali approcci terapeutici non soddisfano le diverse esigenze di coloro che ne sono colpiti. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), spesso parte del trattamento per i disturbi alimentari, è meno benefica per le persone neurodivergenti. È necessario migliorare l’accesso a modelli di cura che tengano conto della neurodiversità per le persone neurodivergenti colpite dai disturbi alimentari. Il trattamento dovrebbe essere adattato basandosi su principi come la parità di partenariato, l’abbraccio delle differenze e gli accomodamenti per le preferenze neurodivergenti.
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