Un’importante scoperta è stata fatta in un sito di arte rupestre sulla sponda occidentale del Nilo: il primo petroglifo dell’antico Egitto raffigurante un segno zodiacale. Si tratta di un’immagine grezza di una creatura con la testa di una capra e il corpo di un pesce, identificata come il Capricorno, figura mitologica che rappresenta la costellazione omonima.
Il petroglifo è stato rinvenuto a el-Hosh, una località ricca di petroglifi e testi di varie epoche, dal predinastico al greco-romano e islamico. Il dottor Frederick Hardtke, che ha scoperto l’immagine, ha spiegato che accanto al Capricorno è stata trovata un’altra figura insolita, che sembra rappresentare un camaleonte, rendendo il pannello enigmatico.
Nello studio recente, Hardtke e i suoi colleghi descrivono il petroglifo come un ibrido con caratteristiche che corrispondono strettamente a quelle del Capricorno. Questo segno zodiacale, assente nel corpus conosciuto dei petroglifi egiziani, appare per la prima volta nell’iconografia mesopotamica intorno al 2112 a.C., adottato successivamente dagli Sumeri e dagli Accadi per rappresentare il dio Enki, associato alla costellazione del Capricorno.
L’astrologia non fece la sua comparsa nell’antico Egitto fino alla fine del Periodo Tolemaico nel I secolo a.C., quando i segni zodiacali furono dipinti sui templi di Montu e Rattawy ad Armant e di Hathor a Dendera. Questo interesse improvviso per i segni zodiacali, probabilmente introdotto dai Greci o dai Romani, portò alla produzione diffusa di oroscopi durante il Periodo Greco-Romano.
Gli autori dello studio ipotizzano che il petroglifo potrebbe rappresentare il segno zodiacale del Capricorno, piuttosto che la costellazione stessa, vista la familiarità dell’artista con l’astrologia. Con caratteristiche rudimentali, si pensa che l’immagine sia stata disegnata a memoria, forse ispirandosi a templi, tombe o monete.
Basandosi sulla storia dell’astrologia nell’antico Egitto, i ricercatori concludono che il petroglifo è stato probabilmente realizzato tra il I secolo a.C. e la fine del I secolo d.C. Il loro studio è stato pubblicato su The Journal of Egyptian Archaeology.
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