I contaminanti presenti nei fanghi di depurazione, utilizzati come fertilizzanti nei campi, sono stati oggetto di uno studio condotto dai ricercatori sulle microplastiche e le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) presenti nei liquami di percolazione provenienti da quattro discariche dell’Illinois e nelle relative centrali di trattamento delle acque reflue.
La ricerca ha evidenziato che le discariche riescono a trattenere la maggior parte dei rifiuti di plastica scaricati, mentre le centrali di trattamento delle acque rimuovono il 99% delle microplastiche e una parte dei PFAS dai liquami e dalle percolazioni delle discariche.
Tuttavia, sia le microplastiche che i PFAS si accumulano nei fanghi di depurazione depositati sul fondo delle centrali di trattamento delle acque reflue, rendendo necessario un diverso metodo di smaltimento.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment.
Secondo il National Biosolids Data Project, il 70% dei fanghi di depurazione delle centrali di trattamento delle acque reflue dell’Illinois viene utilizzato come fertilizzante sui terreni agricoli, mentre il restante 30% viene sepolto nelle discariche.
John Scott, ricercatore presso l’Illinois Sustainable Technology Center, ha sottolineato che la maggior parte delle microplastiche e dei PFAS che entrano nelle centrali di trattamento delle acque reflue ritornano direttamente nell’ambiente.
Il team di ricerca ha evidenziato che le discariche, sebbene trattenendo efficacemente le microplastiche, presentano livelli elevati di PFAS nei liquami di percolazione, mentre le microplastiche sono risultate inferiori alle aspettative.
Le centrali di trattamento delle acque reflue, progettate per ricevere grandi quantità di acqua reflua dai sistemi fognari, trasportano un carico significativo di microplastiche e PFAS, sebbene la concentrazione di PFAS sia inferiore rispetto ai liquami di percolazione delle discariche.
Il problema dell’accumulo di microplastiche e PFAS nei fanghi di depurazione rappresenta una sfida complessa da affrontare, con la necessità di adottare pratiche più sostenibili per prevenire ulteriori inquinamenti.
Scott ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare sul tema e di adottare misure preventive per ridurre la produzione di plastica e PFAS, al fine di preservare l’ambiente.
La ricerca, finanziata dal Hazardous Waste Research Fund, ha contribuito a fornire importanti informazioni sul comportamento dei contaminanti nei sistemi di discarica e trattamento delle acque reflue, offrendo spunti per affrontare in modo più efficace questa problematica ambientale.
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