La composizione degli anticorpi influenza la gravità dell’influenza, poiché i virus sono entità biologiche che evolvono rapidamente sulla Terra. Questo spiega la necessità di vaccini antinfluenzali annuali, poiché l’immunità acquisita dalle vaccinazioni o infezioni precedenti viene costantemente superata dall’influenza stagionale, con alcuni ceppi più aggressivi di altri. Le pandemie influenzali, come quella del 1918 che ha causato 50 milioni di morti, sono eventi storici che si sono verificati anche nel 1957, 1968 e 2009.
Secondo Taia Wang, MD, PhD, professore associato di malattie infettive e di microbiologia e immunologia, l’influenza rimane un rischio significativo per la salute globale. Wang e il suo team hanno scoperto che l’abbondanza relativa di un particolare tipo di molecola di zucchero sugli anticorpi gioca un ruolo chiave nel determinare la gravità dell’infezione influenzale. Questo fattore è cruciale nel determinare se un individuo svilupperà una forma lieve o grave di influenza.
Il team ha dimostrato, attraverso studi su topi, come sia possibile prevenire i sintomi gravi dell’influenza indipendentemente dal ceppo circolante. Questa scoperta potrebbe essere fondamentale in caso di futura epidemia su larga scala e potrebbe avere implicazioni per altre malattie infettive. I risultati dello studio, pubblicato su Immunity, potrebbero anche spiegare la maggiore suscettibilità delle persone anziane a forme gravi di influenza e ad altre malattie.
Il team di ricerca, guidato da Wang, ha identificato che la riduzione dell’infiammazione, anziché la replicazione virale, è cruciale per prevenire la gravità della malattia influenzale. Questo approccio sperimentale non è limitato a un singolo ceppo influenzale, poiché le molecole di anticorpi IgG possono essere modificate per ridurre l’infiammazione e proteggere dall’influenza grave.
Uno degli aspetti chiave dello studio è stato il ruolo dell’acido sialico sulle molecole di anticorpi. Livelli più elevati di acido sialico sono stati associati a sintomi lievi di influenza, mentre livelli più bassi erano correlati a forme gravi della malattia. Gli anticorpi ricchi di acido sialico hanno dimostrato di proteggere i topi da diversi sottotipi influenzali, riducendo l’infiammazione polmonare e migliorando lo scambio di gas nei polmoni.
La capacità degli anticorpi di legarsi a recettori specifici sulle cellule immunitarie, come i macrofagi alveolari, è stata fondamentale nel modulare la risposta infiammatoria. Gli anticorpi ad alto contenuto di acido sialico hanno dimostrato di attivare recettori anti-infiammatori, riducendo così la gravità della malattia influenzale.
Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per il trattamento dell’influenza e di altre malattie infettive. Gli anticorpi modificati potrebbero essere utilizzati per prevenire sintomi gravi e migliorare l’outcome clinico nei pazienti influenzali. Inoltre, la ricerca potrebbe contribuire a comprendere meglio le basi immunologiche delle malattie infettive e infiammatorie, aprendo nuove prospettive terapeutiche.
Il lavoro di Wang e del suo team potrebbe avere un impatto significativo sulla salute globale, offrendo nuove strategie per affrontare le malattie infettive e le condizioni infiammatorie. Le future ricerche potrebbero approfondire ulteriormente queste scoperte e sviluppare terapie innovative basate sulla modulazione della risposta immunitaria attraverso la manipolazione degli anticorpi.
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