La spettacolare migrazione dei capelini e il grande atto di predazione

Un'indagine sulle dinamiche ecologiche marine attraverso l'evento straordinario

Ogni anno lungo la costa norvegese si verifica una spettacolare migrazione di capelini, durante la quale i predatori approfittano di questa abbondante risorsa alimentare. Gli scienziati hanno avuto l’opportunità di studiare da vicino uno di questi eventi, assistendo al più grande atto di predazione mai osservato dagli esseri umani. Milioni di merluzzi hanno attaccato un enorme banco di capelini per ben quattro ore, offrendo agli studiosi preziose informazioni sulla dinamica delle popolazioni di questi due pesci cruciali per l’ecosistema marino.

I capelini, piccoli pesci che si nutrono di plancton e krill nelle fredde acque dell’Atlantico settentrionale, svolgono un ruolo fondamentale nella catena alimentare oceanica, simile a quello delle acciughe in mari più caldi. Nonostante abbiano subito cali nelle popolazioni in passato, la loro elevata capacità riproduttiva offre loro la possibilità di recuperare rapidamente. Tuttavia, durante la ricerca di luoghi adatti alla riproduzione, i capelini diventano particolarmente vulnerabili ai predatori.

Contrariamente ai loro simili nordamericani, i capelini europei scelgono di deporre le uova su ghiaia a profondità comprese tra 2 e 100 metri sotto la superficie marina. Questa scelta li espone maggiormente ai merluzzi, principali beneficiari della migrazione dei capelini che sincronizzano il loro spostamento verso i luoghi di riproduzione per cibarsi lungo il tragitto.

Le immagini OAWRS mostrano il modo in cui sia il capelin che il merluzzo si sono riuniti e poi si sono dispersi all'unisono.
Le immagini OAWRS mostrano il modo in cui sia il capelin che il merluzzo si sono riuniti e poi si sono dispersi all’unisono.
Cortesia di Nicholas Makris, et al

Nel 2014, Nicholas Makris del MIT e il suo team hanno utilizzato un sofisticato sonar chiamato Ocean Acoustic Waveguide Remote Sensing (OAWRS) per monitorare i movimenti dei pesci su vasta scala. All’alba del 27 febbraio di quell’anno, l’OAWRS ha rivelato un incredibile spettacolo: milioni di capelini si sono riuniti in un enorme banco lungo decine di chilometri, contenente circa 23 milioni di pesci per un peso totale di 414 tonnellate.

Questo comportamento di aggregazione è stato descritto come una “densità critica” dai ricercatori, che hanno osservato come i capelini, quando sono abbastanza vicini gli uni agli altri, possano coordinare la loro velocità e direzione, formando così un banco compatto e coeso. Sebbene la formazione di banchi sia comune in molti pesci, nei capelini non era mai stata osservata prima.

Una volta che il banco si è formato, i merluzzi hanno reagito formando a loro volta un banco predatorio, cacciando e nutrendosi di circa 10,5 milioni di capelini prima che il banco si disperdesse. Questo evento ha generato onde di densità che si sono propagate rapidamente tra le popolazioni di capelini e merluzzi, superando la velocità di nuoto dei singoli individui.

Il team di ricerca ha evidenziato che anche i predatori formano banchi per rompere le difese delle prede, facilitando così la caccia. Sebbene eventi simili siano stati documentati in altre specie ittiche, è stato solo grazie alla tecnologia come l’OAWRS che è stato possibile studiare in dettaglio le dimensioni e la complessità di questo fenomeno.

Seguendo il capelin, i ricercatori hanno fotografato le scogliere innevate della Norvegia nelle vicinanze.
Seguendo il capelin, i ricercatori hanno fotografato le scogliere innevate della Norvegia nelle vicinanze.
Cortesia di Nicholas Makris, et al

Nonostante la spettacolarità di questo evento, i ricercatori ritengono che non rappresenti una minaccia significativa per le popolazioni di capelini nella regione, considerando la vastità della migrazione annuale. Tuttavia, sono preoccupati per il futuro a causa dei cambiamenti climatici e dei potenziali impatti sulle aree di riproduzione dei capelini, che potrebbero ridursi a causa dell’aumento delle temperature globali.

Il collasso delle popolazioni di capelini potrebbe avere conseguenze disastrose sull’intero ecosistema marino, minacciando non solo i pesci stessi ma anche le specie che dipendono direttamente da essi, come uccelli marini e mammiferi marini.

Lo studio condotto da Makris e colleghi, pubblicato in open access sulla rivista Communications Biology, ha permesso di approfondire la comprensione di questi complessi meccanismi ecologici e di evidenziare l’importanza di preservare gli equilibri naturali per garantire la sopravvivenza delle specie marine.

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