L’evoluzione del bacio: dalle scimmie antropomorfe all’uomo

Un viaggio attraverso le origini e le implicazioni culturali del gesto affettuoso

Siamo tutti stati in quella situazione: sei a cena con qualcuno, magari è la seconda o terza volta che vi incontrate, e tutto sembra procedere senza intoppi. Ma quando è il momento di salutarsi, la tensione inizia a salire. Sguardi fugaci vengono scambiati, forse un leggero rossore sulle guance, e alla fine uno dei due si lancia: infila il dito nell’occhio dell’altro per mostrare quanto gli piaccia. Ah no, aspetta, questo è ciò che fanno le scimmie cappuccine. Se stai leggendo questo, è probabile che tu sia umano, il che significa che probabilmente non pratichi questo gesto, ma esprimi il tuo affetto con un bacio. Tuttavia, come dimostra questo esempio, il baciare non è una pratica comune a tutti i primati. Ma da dove proviene?

Il baciare è senza dubbio una pratica regolamentata. Esiste un momento e un luogo appropriato per questo gesto, e nel corso del tempo si sono sviluppate profonde regole socio-culturali che determinano chi può baciare chi e come dovrebbe essere fatto, a seconda della cultura di appartenenza.

Ad esempio, i Romani avevano diverse modalità di baciare, ognuna con un significato specifico a seconda del contesto: l’osculum, un bacio sulla guancia che esprimeva affetto sociale e familiare (non romantico); il basium, un bacio sulle labbra che indicava relazioni strette tra membri della famiglia o amanti, ma senza connotazioni sessuali; e il savium, un bacio sulle labbra che comunicava desiderio erotico e sessuale tra partner.

Nell’Europa latina contemporanea, due baci sulle guance possono essere utilizzati come saluto tra donne e tra persone di sesso opposto (ma non tra uomini, che solitamente si stringono la mano), anche se esistono variazioni regionali su questo tema. In altre circostanze, baciare un anello, la mano di qualcuno o persino i piedi è segno di rispetto, specialmente in contesti cerimoniali o religiosi. E poi ci sono i baci che scambiamo in occasioni specifiche, come durante un matrimonio, un compleanno, a Capodanno o sotto il vischio.

Il baciare è chiaramente un gesto versatile per esprimere affetto, intimità e rispetto, ma i ricercatori non hanno ancora chiaro come questo gesto sia diventato così significativo per la nostra specie. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le sue origini possano risalire ai comportamenti di cura tra una madre e il suo bambino durante l’allattamento, o al pre-masticare del cibo da parte di un caregiver per nutrire un bambino. Altri hanno suggerito che il baciare potrebbe fungere da test di compatibilità, agendo come un modo per annusare o assaggiare la microflora potenziale di un compagno per valutarne la salute genetica.

Cercare analogie nel regno animale, individuando comportamenti che corrispondano alla forma (protrusione delle labbra, movimento di suzione) e alla funzione (legame tra relazioni di diversi tipi) del baciare umano non è un compito semplice. Alcuni animali si dedicano a comportamenti di nuzzling, ma l’unico comportamento simile al baciare proviene dai nostri parenti evolutivi più stretti, scimpanzé e bonobo. Se tale comportamento è presente nel repertorio delle grandi scimmie antropomorfe, potrebbe essere un’indicazione di omologia, tracciando un ipotetico scenario evolutivo con poche lacune su come, con chi e quando gli esseri umani si baciano come fanno, come spiega Adriano R. Lameira del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Warwick nel suo recente studio su questo argomento.

Per esplorare questo tema, Lameira ha condotto una revisione completa delle ipotesi esistenti per esaminare le radici evolutive del baciare. Ha osservato che la toelettatura è il principale mezzo per stabilire e mantenere legami sociali nella gerarchia delle grandi scimmie. Un confronto dei comportamenti di toelettatura tra le specie di primati e le società umane, sostiene Lameira, supporta l’idea che il baciare sia un gesto simbolico per segnalare e rafforzare legami sociali e di parentela. Anche se altri primati non antropomorfi si dedicano a attività di legame sociale, tali atti sono diversi dal baciare, come dimostra l’esempio delle scimmie cappuccine.

Secondo Lameira, l’atto finale della toelettatura tra le scimmie antropomorfe comporta un’azione che ricorda un bacio, coinvolgendo labbra sporgenti e un leggero movimento di suzione, utile per rimuovere detriti e parassiti. Questo residuo evolutivo, noto come ipotesi del ‘bacio finale del toelettatore’, si adatta bene alla forma, alla funzione e al contesto del baciare umano moderno. Secondo questa ipotesi, il baciare reciproco, bocca a bocca, sarebbe emerso e derivato da contesti sociali in cui le scimmie antenate si toelettavano reciprocamente allo stesso tempo, anche se questo tipo di toelettatura è raro tra le grandi scimmie attuali rispetto alla toelettatura unilaterale, come scrive Lumeira. Poiché le labbra e la bocca rappresentano una delle parti del corpo umano più sensibili al tatto, è probabile che il baciare bocca a bocca sia stato guidato e mantenuto anche in parte per i suoi effetti edonici aggiuntivi.

Lo studio di Lumeira offre un possibile percorso per ulteriori ricerche sulle radici evolutive dei comportamenti di baciare nelle scimmie antropomorfe, ma l’idea che sia un residuo vestigiale dei nostri antenati rimane al momento solo un’ipotesi.

Nel 2015, uno studio ha esaminato 168 culture e ha scoperto che solo il 46 percento di esse praticava il baciare romantico. Molte culture indigene di cacciatori-raccoglitori non si baciano e alcune addirittura trovano questo gesto disgustoso. Questo suggerisce che il baciare potrebbe essere un comportamento puramente culturale e non universale per gli esseri umani, sfidando l’ipotesi del centrismo occidentale. Se ciò fosse confermato, il baciare potrebbe essere un comportamento specifico solo per alcune popolazioni umane, senza avere necessariamente più significato rispetto alle scimmie cappuccine e ai loro diti erranti.

Il documento è stato pubblicato sulla rivista Evolutionary Anthropology. [H/T Phys.org]

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