Un dispositivo impiantabile di dimensioni ridotte, in grado di rilevare una diminuzione della respirazione che potrebbe indicare un’overdose da oppiacei e di somministrare automaticamente il farmaco salvavita naloxone, noto anche come Narcan, è stato con successo testato su animali. Questo dispositivo ha la capacità di avvisare i servizi di emergenza, aprendo la strada a potenziali applicazioni in diverse condizioni mediche.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2019 circa l’80% delle morti legate all’uso di droghe a livello globale coinvolgeva gli oppiacei. La crisi degli oppiacei è particolarmente grave in Nord America, dove sia gli oppiacei illegali come l’eroina, sia i farmaci con prescrizione come l’ossicodone e il fentanile, hanno contribuito a circa 600.000 morti dal cambio di millennio.
Esiste un antidoto efficace per le overdose da oppiacei, il naloxone, disponibile senza prescrizione nelle farmacie degli Stati Uniti sotto forma di iniettabile o spray nasale. Il naloxone può invertire la depressione respiratoria causata dagli oppiacei se somministrato tempestivamente, salvando così vite umane.
Il dottor Robert W. Gereau, direttore del WashU Medicine Pain Center e coautore dello studio, sottolinea che durante un’overdose le persone spesso sono sole e incapaci di rendersi conto della situazione. Pertanto, è fondamentale che coloro che sono presenti abbiano accesso al naloxone, noto anche come Narcan, e sappiano come utilizzarlo in tempi rapidi.
Recenti ricerche indicano un aumento nell’uso del naloxone da parte dei soccorritori improvvisati, ma tale pratica non è ancora sufficiente per affrontare il problema delle overdose. È in questo contesto che si inserisce l’innovativo impianto sviluppato, chiamato Naloximeter, che potrebbe rivoluzionare il soccorso in caso di overdose da oppiacei.
In collaborazione con un team di ingegneri e scienziati dei materiali guidato dal dottor John A. Rogers presso la Northwestern University, i ricercatori hanno creato il Naloximeter, un dispositivo impiantabile che rileva una diminuzione dei livelli di ossigeno che potrebbe indicare un’overdose. Una volta rilevata la situazione critica, il dispositivo invia una notifica al cellulare dell’utente, dando 30 secondi per confermare il proprio stato di salute. In caso di mancata risposta, il Naloximeter rilascia automaticamente la dose di naloxone memorizzata e può anche avvisare i soccorritori di emergenza.
È importante sottolineare che il naloxone non rappresenta una soluzione definitiva, in quanto agisce temporaneamente impedendo ai farmaci oppiacei di legarsi ai recettori cerebrali. Pertanto, è necessario un intervento medico aggiuntivo una volta che il naloxone viene eliminato dall’organismo.
Chiamare i soccorritori in caso di overdose non solo salva vite umane, ma aiuta anche le persone a collegarsi con i servizi sanitari per ricevere assistenza e trattamenti mirati a prevenire future overdose. Questo approccio integrato è fondamentale per affrontare la crisi degli oppiacei e ridurre i danni causati da tali sostanze.
Il team di ricerca ha condotto test su animali, utilizzando versioni modificate del Naloximeter su ratti e maiali. I risultati sono stati positivi, con tutti gli animali che si sono completamente ripresi entro cinque minuti dalla somministrazione del naloxone. Questo successo apre la strada a ulteriori sviluppi, con l’obiettivo di applicare questa tecnologia agli esseri umani e di esplorare possibili utilizzi in condizioni come l’epilessia e l’anafilassi.
Lo studio, pubblicato su Science Advances, rappresenta un importante punto di partenza per futuri sviluppi clinici. La speranza è che altri esperti nel settore possano basarsi su questi risultati per contribuire alla realizzazione di dispositivi di soccorso autonomi che possano salvare vite umane in situazioni di emergenza.
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