Il Tesoro Nascosto delle Ametiste dell’Uruguay

Scoperte e Ricerche sulle Gemme Viola del Nord Uruguay

Il nord dell’Uruguay ospita uno dei più grandi giacimenti di ametista al mondo, un tesoro naturale che ha a lungo affascinato i ricercatori. Grazie all’utilizzo di tecniche all’avanguardia, la storia di formazione di queste preziose pietre viola sta finalmente venendo alla luce. Le ametiste, una varietà di quarzo, sono riconoscibili per il loro caratteristico colore viola intenso.

Le gemme di ametista rappresentano una risorsa economica di grande importanza per l’Uruguay, in particolare per il distretto minerario di Los Catalanes, un giacimento così significativo da essere stato inserito tra i Primi 1000 Siti Geologici del Patrimonio dell’IUGS. Questo riconoscimento è dovuto alla straordinaria quantità di mega-geodi presenti, alla vastità delle riserve e alla qualità e varietà delle gemme.

I geodi di ametista, alcuni dei quali alti oltre 16 piedi, si trovano all’interno di flussi di lava solidificata, risalenti alla frammentazione del supercontinente Gondwana avvenuta circa 134 milioni di anni fa. L’attività estrattiva nel nord dell’Uruguay ha una storia di oltre 150 anni ed è ancora oggi un settore industriale di rilievo.

Per comprendere meglio l’origine delle ametiste, i ricercatori hanno condotto approfonditi studi geologici in oltre 30 miniere, analizzando i minerali presenti nei geodi, le acque sotterranee e le inclusioni fluide all’interno delle rocce. Grazie all’utilizzo di tecniche all’avanguardia come la microtermometria assistita dalla nucleazione e la geochemica dei triple isotopi dell’ossigeno, è stato possibile ottenere informazioni dettagliate sulla temperatura e la composizione dei fluidi mineralizzanti.

Secondo Fiorella Arduin Rode, ricercatrice PhD presso il Geoscience Centre dell’Università di Göttingen e autrice principale dello studio, i risultati ottenuti confermano che le ametiste si sono cristallizzate a temperature sorprendentemente basse, comprese tra 15 e 60°C. Questo suggerisce che la formazione delle ametiste sia avvenuta dopo il raffreddamento della lava, con fluidi mineralizzanti a basse concentrazioni di sale.

Le analisi isotopiche indicano che l’acqua utilizzata nella formazione delle ametiste potrebbe provenire dal ciclo naturale del clima, probabilmente dalle acque sotterranee presenti nelle rocce circostanti. Queste scoperte potrebbero aprire nuove prospettive per la ricerca e l’estrazione di questi straordinari cristalli in futuro.

Comprendere le condizioni che hanno portato alla formazione delle ametiste, come la temperatura, la composizione dei fluidi mineralizzanti e la fonte di silice, è fondamentale per migliorare le tecniche di esplorazione e sviluppare strategie di estrazione sostenibili. Lo studio dettagliato condotto dai ricercatori è stato pubblicato sulla rivista Mineralium Deposita, contribuendo così a arricchire la conoscenza scientifica su questo affascinante fenomeno geologico.

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