La corsa delle sardine: la grande migrazione animale dell’Oceano Indiano

Un confronto con la migrazione dei gnu nel Serengeti

La migrazione dei gnu attorno alle pianure del Serengeti è uno degli eventi più spettacolari sulla Terra, ma sembra che possa avere un rivale per il titolo della più grande migrazione animale di tutte. La corsa annuale delle sardine lungo la costa orientale del Sud Africa dà ai gnu una seria concorrenza in termini di biomassa, ovvero la massa totale di una specie animale in una determinata area. Per approfondire, puoi leggere l’articolo su The sardine run in southeastern Africa is a mass migration into an ecological trap – PMC.

La corsa delle sardine si svolge ogni anno con enormi banchi di pesci che si dirigono dalle acque più fredde al largo delle coste di Cape Agulhas verso nord fino a KwaZulu-Natal e all’Oceano Indiano. Questi banchi possono estendersi per più di 7 chilometri di lunghezza, 1,5 chilometri di larghezza e 30 metri di profondità, con miliardi di sardine che partecipano alla migrazione. Per ulteriori dettagli, puoi visitare il sito di Marine World Heritage – Sardine Run.

Nonostante la grandiosità di questa migrazione, la corsa delle sardine ha i suoi lati negativi. Gli sciame di sardine attirano numerosi predatori, tra cui delfini, squali, uccelli marini e foche, che si scatenano in una frenesia alimentare.

Uno studio del 2021 ha rivelato che la maggior parte delle sardine coinvolte nella corsa ha origini nell’Oceano Atlantico, dove le acque sono più fredde. Questo studio suggerisce che brevi risalite di acqua fredda in acque calde del sud scatenino il viaggio dei pesci, che poi si trovano intrappolati in un’area con molti predatori, senza trarne benefici evidenti per la sopravvivenza. Puoi leggere di più su questo argomento in un articolo di The Scientist.

Non tutti concordano con questa interpretazione: William Sydeman, ecologo e presidente del Farallon Institute for Advanced Ecosystem Research, ha suggerito che le sardine migrino per approfittare temporaneamente delle condizioni oceaniche produttive al capo occidentale, e che potrebbero fare il contrario se le condizioni cambiano.

Tuttavia, il Professor Peter Teske, autore dello studio, ha ipotizzato che la migrazione delle sardine potrebbe essere un retaggio del periodo glaciale, quando l’attuale habitat subtropicale dell’Oceano Indiano era una zona di nursery importante per le sardine con acque fredde. Questo suggerisce che il cambiamento climatico potrebbe influenzare il futuro della corsa delle sardine.

Considerando che le sardine coinvolte nella migrazione provengono da acque più fredde, il riscaldamento previsto potrebbe portare alla fine della corsa delle sardine, come ha aggiunto il collega autore Professor Luciano Beheregaray. Per una spiegazione più dettagliata, puoi consultare l’articolo su World-famous sardine migration explained – News.