Un’importante scoperta è stata fatta attraverso un campionamento dell’alta troposfera, dove è stata individuata una vasta gamma di specie microbiche, alcune delle quali potenzialmente dannose per gli esseri umani. Molti di questi organismi sono stati trovati morti a causa del freddo, dell’esposizione a radiazioni aumentate o della mancanza di cibo, ma alcuni si sono dimostrati sorprendentemente resilienti e capaci di viaggiare grandi distanze e sopravvivere.
Carl Sagan, noto per i suoi studi sull’origine della vita nell’universo, immaginava forme di vita nelle cime nuvolose di Giove, trasportate dai potenti venti del gigante gassoso. Sebbene oggi pochi prendano seriamente in considerazione questa idea, ci sono ancora alcuni che nutrono speranze per Venere, situata in una zona dove il calore torrido sottostante si raffredda.
Per comprendere meglio le prospettive di vita ad alte altitudini, è stato deciso di iniziare con il campionamento della troposfera superiore sopra il Giappone, anziché puntare direttamente alla stratosfera o alla mesosfera. La troposfera è il livello più basso dell’atmosfera, che si estende dal suolo a circa 18 chilometri di altezza. I meteorologi hanno identificato una suddivisione più specifica chiamata strato limite planetario, o peplosfera, dove l’interazione dell’aria con la superficie terrestre gioca un ruolo determinante.
La peplosfera è la regione in cui il comportamento dell’aria è strettamente influenzato dalla superficie terrestre, ad esempio attraverso il calore che si alza dal suolo o la turbolenza generata dal passaggio del vento su terreni accidentati. Questa è un’area in cui la vita prospera, con uccelli e insetti volanti come esempi chiari. Ma cosa succede al di sopra di questa regione?
La collaborazione spagnola-giapponese ha condotto 10 voli sopra il livello della peplosfera, raccogliendo forme di vita dalla troposfera superiore sopra il Giappone. Durante queste missioni sono stati raccolti più di 266 generi di specie fungine e 305 generi batterici, dimostrando una diversità biologica al di là della peplosfera.
Interessante è il fatto che siano stati osservati organismi capaci di sopravvivere in condizioni estreme, come il Deinococcus radiodurans. Tuttavia, la preoccupazione principale riguarda la presenza di patogeni potenziali, come E. coli e varie specie di Staphylococcus, che potrebbero diffondersi in tutto il pianeta sfruttando i venti ad alta quota.
Questi organismi potenzialmente dannosi sono stati sollevati dall’Asia orientale dal sistema di pressione noto come Alta Siberiana, con la maggior parte probabilmente proveniente da una regione agricola del nord-est della Cina. Questo trasporto a distanze così lunghe solleva preoccupazioni sulla possibile diffusione di malattie a livello globale.
Lo studio, pubblicato nelle Proceedings of the National Academy of Sciences, evidenzia la necessità di approfondire la comprensione delle implicazioni di questa scoperta e di monitorare attentamente la presenza di patogeni nelle alte altitudini, al fine di prevenire potenziali rischi per la salute pubblica.
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