Quando si osservano antiche megastrutture come Stonehenge o le piramidi, è facile provare un senso di dissonanza cognitiva. Ci si chiede come fosse possibile costruire tali monumenti senza l’ausilio della matematica e dell’ingegneria, in un’epoca in cui non esistevano nemmeno le ruote. Eppure, queste antiche civiltà sono riuscite a realizzare opere che sfidano la logica e che superano in durata molte delle nostre costruzioni moderne.
Esistono due approcci per risolvere questo enigma. Il primo, spesso considerato più fantasioso e privo di basi scientifiche, è l’ipotesi degli alieni. Il secondo, supportato da recenti studi condotti su Menga, un dolmen preistorico nel sud della Spagna, suggerisce che i nostri antenati fossero dotati di una intelligenza e di una conoscenza ben superiori a quanto comunemente riconosciuto.
Leonardo García Sanjuán, ricercatore presso il Dipartimento di Preistoria e Archeologia dell’Università di Siviglia e uno degli autori dello studio su Menga, ha sottolineato che nessun ingegnere moderno sarebbe in grado di replicare il monumento utilizzando le risorse e i mezzi disponibili 6.000 anni fa.
Il dolmen di Menga è stato costruito con blocchi di pietra che pesano fino a 1.140 tonnellate, posizionati con estrema precisione per garantire la stabilità della struttura. Le pietre utilizzate sono state estratte da cave situate a circa 850 metri di distanza dal sito, e questo dettaglio rivela non solo la maestria tecnica degli antichi costruttori, ma anche la loro profonda conoscenza delle proprietà fisiche delle rocce disponibili nella regione.
La costruzione del dolmen ha richiesto non solo abilità tecnica, ma anche una conoscenza avanzata di geometria e astronomia. L’allineamento preciso dell’asse di simmetria centrale di Menga e l’utilizzo di angoli ottusi e retti sulle facce degli ortostati sono testimonianza di una sapienza antica che va oltre la mera costruzione fisica.
Un altro aspetto degno di nota è l’impermeabilizzazione del dolmen, realizzata con rocce più piccole e terra anziché con materiali moderni. Questo stratagemma ha garantito la protezione della struttura nel corso dei millenni, impedendo il deterioramento delle pietre porose che la compongono.
La pietra di copertura, la più pesante di tutte con i suoi 150 tonnellate, rappresenta un capolavoro ingegneristico, essendo la prima struttura in pietra costruita dall’uomo a fungere da arco di scarico.
In definitiva, Menga non è solo un monumento storico, ma anche un simbolo dell’ingegnosità e della conoscenza dei nostri antenati. Nonostante le incertezze e le ipotesi, la presenza di Menga nel tempo è un’indicazione della competenza e della saggezza delle antiche civiltà.
L’articolo che analizza Menga è stato pubblicato sulla rivista Science Advances, evidenziando come questo monumento rappresenti un passo significativo nell’evoluzione della scienza umana.
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