Quando si pensa all’anatomia oggi, varie immagini possono affiorare nella mente. Forse si ritorna al liceo, quando la dissezione di organi di maiale o rane offriva il primo sguardo all’interno del corpo. Oppure si immagina un ambiente ospedaliero freddo e asettico, con cadaveri grigi su tavoli cromati, pronti ad essere esaminati da studenti di medicina desiderosi o meno. Indipendentemente dall’immagine che si evoca, è il frutto di secoli di tradizione medica e conoscenza accumulata nel tempo.
Ma ci si è mai chiesti come tutto abbia avuto inizio? Un nuovo articolo offre interessanti prospettive sulle attività ed esperienze che potrebbero aver permesso alle antiche civiltà di iniziare ad esplorare l’anatomia. L’articolo, originariamente parte della tesi di dottorato del primo autore Grzegorz Wysiadecki, esplora come osservazioni inizialmente semplici e informali sugli esseri umani e gli animali nel corso dei secoli abbiano contribuito alla formazione di un corpo di conoscenze anatomiche.
Gli autori sostengono che cinque tipi di opportunità avrebbero consentito alle antiche civiltà di iniziare ad esaminare l’anatomia. Queste opportunità includevano la preparazione dei corpi degli animali per il cibo, l’uso degli organi animali per rituali magici e divinatori, il sacrificio di animali in cerimonie religiose, il processo di imbalsamazione dei corpi umani per la vita ultraterrena e l’osservazione di ferite gravi su individui feriti.
Una di queste opportunità era l’uso degli organi animali per la divinazione. I Babilonesi credevano che studiando le viscere degli animali, i sacerdoti potessero cogliere indizi sull’ordine cosmico delle cose. Questo rappresentava il primo esempio di anatomia comparata, anche se non nel senso scientifico moderno. I sacerdoti, chiamati baru, studiavano attentamente le viscere degli animali per trarre spunti profetici.
Un’altra opportunità era la preparazione dei cadaveri per la vita ultraterrena. Gli antichi Egizi praticavano la mummificazione come rito religioso e spirituale per proteggere il corpo dalla decomposizione, credendo che parti dell’anima risiedessero nella terra dei morti. Questa pratica ha contribuito alla conoscenza anatomica precoce, evolvendosi nel tempo con nuove tecniche di conservazione del corpo durante il periodo del Nuovo Regno.
Un’altra fonte di conoscenza medica antica è rappresentata dal papiro Edwin Smith, risalente al XVII secolo a.C. Questo testo descrive casi medici, inclusi infortuni a varie parti del corpo, offrendo agli antichi medici l’opportunità di acquisire conoscenze rudimentali sulla struttura anatomica. Il papiro menziona anche il cervello e il liquido cerebrospinale, dimostrando una precoce comprensione di queste strutture.
Questo lavoro dimostra che l’interesse per l’anatomia e la curiosità sul corpo umano sono radicati nella storia umana. Le antiche civiltà hanno trovato modi unici per esplorare l’interno del corpo, contribuendo così alla conoscenza anatomica che abbiamo oggi. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Translational Research in Anatomy.
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