Gli antichi Romani avevano concezioni sulla sessualità radicalmente diverse dalle nostre attuali, e molte di queste rappresentazioni sono state conservate sui muri degli edifici di Pompei. In particolare, le Terme Suburbane offrono uno sguardo dettagliato sulle pratiche sessuali dei Romani in tutte le loro sfumature.
Le Terme Suburbane si trovano ad ovest della Porta Marina a Pompei e si distinguono dalle altre terme della città per il loro carattere privato. Costruite probabilmente durante il regno di Tiberio (14-37 d.C.), si trovano al di fuori delle porte della città, ormai non più utilizzate a scopo difensivo. Il complesso termale si sviluppa su tre livelli ed è visibile ai turisti che esplorano la città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Ogni stanza delle terme era dotata di finestre con vista sul Golfo di Napoli.
Le Terme Suburbane offrivano diverse opzioni di bagni, tra cui due stanze per bagni freddi (Frigidarium), un bagno caldo (Tepidarium) per abituare il corpo ai cambiamenti di temperatura, e infine un bagno caldo (Calidarium). Tuttavia, le rappresentazioni sessuali più esplicite erano concentrate nella stanza spogliatoio (apodyterium) subito dopo l’ingresso. Gli otto affreschi erotici che decoravano le pareti di questa stanza sono oggetto di dibattito sul loro significato e scopo.
Alcuni studiosi ipotizzano che le immagini erotiche potessero fungere da avvertimento o suggerimento per attività sessuali, come la prostituzione, che potevano aver luogo all’interno delle terme. Altri ritengono che fossero semplici decorazioni destinate a soddisfare i gusti erotici dei visitatori romani. Ogni dipinto era accompagnato da una scatola dipinta con un numero, forse utilizzata dai visitatori per conservare i propri indumenti.
I Romani erano noti per la loro apertura riguardo alla sessualità, e le testimonianze archeologiche confermano la presenza di varie inclinazioni erotiche nella società romana. Nonostante l’idea diffusa di un atteggiamento “tutto è lecito” verso il sesso, vi erano comunque norme sociali e restrizioni legali che regolavano il comportamento sessuale.
Ad esempio, agli uomini romani era socialmente accettabile cercare rapporti sessuali con partner di entrambi i sessi, ma seguendo precisi ruoli di genere. L’essere “attivi” o “penetranti” era considerato maschile e accettabile, mentre assumere un ruolo “passivo” poteva mettere in discussione la mascolinità di un uomo. Questo doppio standard sessuale si rifletteva anche nelle rappresentazioni artistiche, che spesso mostravano atti sessuali considerati “anormali” dalla società romana.
Le immagini erotiche presenti nelle Terme Suburbane di Pompei offrono uno spaccato della complessa sessualità romana, con scene che potrebbero non rappresentare necessariamente la realtà accettata. La censura e la protezione di tali oggetti erotici erano comuni quando Pompei fu inizialmente scavata, ma oggi i visitatori possono ammirarli nella loro interezza e complessità artistica.