Il Mistero dell’Esclusione del Nuoto dai Giochi Olimpici Antichi

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Solo gli uomini con le anime più belle potevano competere alle Olimpiadi. (lazyllama/Shutterstock.com)

Mark Spitz e Michael Phelps, due tra i più grandi olimpionici moderni, avrebbero avuto poco successo nell’Antica Grecia, dove il nuoto non era considerato uno sport olimpico. Nonostante la maggior parte dei Greci fosse abile nuotatore e ne fosse orgoglioso, questa disciplina non faceva parte dei Giochi Olimpici originali, svoltisi tra l’VIII e il IV secolo a.C. I giochi antichi includevano eventi come la lotta, il pugilato e il pentathlon, ma il nuoto era escluso.

Curiosamente, il nuoto era considerato un’abilità rispettabile nell’antica Grecia, tanto che un insulto comune era dire che qualcuno non sapeva né leggere né nuotare. Questo dimostra quanto fosse valorizzata la capacità di nuotare. Gli storici si sono chiesti perché il nuoto non fosse incluso nei Giochi Olimpici antichi. Alcuni studiosi ipotizzano che potesse essere escluso perché non era considerato un’attività militare, mentre altri racconti storici suggeriscono che i nuotatori fossero impiegati per missioni di salvataggio durante le guerre.

Il dottor Edward Clayton della Central Michigan University ha avanzato un’interessante teoria: gli eventi di nuoto potrebbero non essere stati inclusi nei Giochi Olimpici antichi per evitare che fossero vinti da persone come pescatori o sommozzatori, che guadagnavano da vivere nuotando. Secondo Clayton, i Giochi Olimpici non erano solo una dimostrazione di abilità sportive, ma un’opportunità per i concorrenti di mostrare la bellezza e l’eccellenza della propria anima, concetto noto come arete.

Secondo la visione aristotelica dell’epoca, le attività svolte per guadagno economico degradavano sia il corpo che l’anima, e pertanto non potevano essere considerate degne di un vero atleta. Gli antichi Greci credevano che l’arete, la virtù e l’eccellenza, si riflettesse nella bellezza fisica di un individuo, motivo per cui gli atleti gareggiavano nudi, per mostrare appieno la propria eccellenza.

Clayton sottolinea che gli eventi di nuoto non avrebbero permesso questa esibizione fisica, poiché si sarebbero svolti in acqua, oscurando la vista dei concorrenti. Questo avrebbe impedito al pubblico di apprezzare la bellezza e l’eccellenza fisica degli atleti, elemento fondamentale per gli antichi Greci nelle competizioni sportive. Lo studio del dottor Clayton è stato pubblicato nell’Athens Journal of Sports, gettando nuova luce sulle motivazioni dietro l’esclusione del nuoto dai Giochi Olimpici antichi.

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