Xantommatina: l’innovativa protezione solare ispirata dalla natura

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La pelle di polpo contiene molecole che possono assorbire la luce di diverse lunghezze d’onda. (Chereda Kristina/Shutterstock.com)

È estate in gran parte del pianeta e, anche se vivete in Gran Bretagna, è importante proteggere la pelle dal sole tutto l’anno. È il momento di spalmare la crema solare per difenderci dai dannosi raggi UV. Tuttavia, i prodotti solari sono stati oggetto di attenzione a causa dei loro potenziali effetti tossici sia per gli esseri umani che per gli organismi marini.

Un recente studio ha proposto un’innovativa soluzione per rendere le creme solari più sicure ed efficaci, utilizzando un composto derivato dalla pelle di polpo e calamaro chiamato xantommatina. Questo composto è un cromoforo presente nella pelle dei cefalopodi e di alcuni artropodi, responsabile dei loro colori mutevoli grazie alla capacità di assorbire e emettere determinate lunghezze d’onda della luce.

Le creme solari tradizionali funzionano assorbendo la dannosa luce UV del sole, con diversi composti attivi come composti organici o minerali come l’ossido di zinco. Gli studiosi, guidati da Leila Deravi, hanno proposto di arricchire la crema solare con una versione sintetica di xantommatina, eliminando la necessità di raccogliere questa molecola dagli animali marini.

Per valutare la sicurezza ed efficacia di questa nuova formulazione, i ricercatori hanno esaminato diversi aspetti. In primo luogo, è stato fondamentale verificare se il xantommatina potesse rappresentare un rischio per la vita marina, considerando che la crema solare può finire in mare durante il bagno o il lavaggio. Questo potrebbe aggiungersi ai composti solari provenienti dagli scarichi industriali, con possibili effetti dannosi sugli ecosistemi marini.

Tuttavia, i test condotti da Deravi e colleghi hanno dimostrato che il xantommatina non ha causato danni ai frammenti di corallo, né ha provocato reazioni avverse anche a dosi elevate. Inoltre, è emerso che il composto è sicuro anche per gli esseri umani, poiché non ha mostrato irritazioni o allergie da contatto con l’esposizione ripetuta.

Un aspetto interessante è che il xantommatina, sebbene non assorba significativamente la luce UV da solo, combinato con l’ossido di zinco migliora l’assorbimento delle lunghezze d’onda UVA e visibili della luce. Questo è cruciale poiché la luce UV è divisa in UVB, che provoca scottature e aumenta il rischio di cancro della pelle, e UVA, associata all’invecchiamento precoce della pelle.

La combinazione di xantommatina e ossido di zinco potrebbe offrire una protezione più ampia, coprendo entrambi i tipi di raggi UV e garantendo una maggiore sicurezza per gli esseri umani e per l’ambiente. Questo studio, pubblicato sull’International Journal of Cosmetic Science, dimostra come l’ispirazione dalla natura possa portare a soluzioni innovative e sostenibili nel campo della protezione solare.

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