Galassie Primordiali e Buchi Neri Supermassicci: Un’Intrigante Scoperta del JWST

immagine dell'articolo
I punti che mettono in discussione i nostri modelli cosmologici. (Bingjie Wang/Penn State; JWST/NIRSpec (CC BY-NC-ND))

Il JWST ha rivoluzionato l’osservazione dell’universo primordiale, consentendo agli astronomi di scrutare più indietro nel tempo rispetto a qualsiasi altro telescopio infrarosso o ottico. Grazie alla sua capacità di rilevare la luce infrarossa emessa da galassie remote appena 300 milioni di anni dopo il Big Bang, il telescopio ha aperto nuove prospettive sulla formazione delle galassie e sui buchi neri supermassicci.

Una delle sorprese emerse dalle osservazioni sono i piccoli punti rossi di luce sparsi nell’universo primordiale, circa 600-800 milioni di anni dopo la sua nascita. Inizialmente scambiati per galassie massive, questi oggetti hanno sconvolto le aspettative dei modelli cosmologici sulla formazione galattica, che prevedono la crescita graduale di stelle e polvere nel tempo.

Le prime analisi hanno rivelato che queste galassie primordiali sono caratterizzate da una densità di stelle antiche, vecchie di centinaia di milioni di anni, suggerendo processi di formazione stellare inusuali e inaspettati. Questi “distruttori dell’universo”, come sono stati informalmente denominati, rappresentano una sfida alla nostra comprensione consolidata della cosmologia.

Ulteriori indagini hanno rivelato che queste galassie ospitano buchi neri supermassicci eccezionalmente grandi, fino a 1.000 volte più grandi di Sagittarius A* al centro della Via Lattea. Questa caratteristica insolita solleva interrogativi sulla formazione e l’evoluzione delle galassie primordiali, poiché i buchi neri supermassicci di solito crescono in simbiosi con le galassie circostanti.

Le ipotesi attuali non riescono a spiegare la presenza di questi enormi buchi neri nelle prime fasi dell’universo. Una teoria emergente suggerisce l’esistenza di buchi neri a “collasso diretto” o “semi pesanti”, formati da collassi gravitazionali diretti di gigantesche nubi di gas, senza il passaggio attraverso una fase stellare intermedia.

La complessità di questi fenomeni richiede ulteriori osservazioni e analisi per comprendere appieno la natura di queste galassie primordiali e dei loro buchi neri supermassicci. Il mistero che circonda questi oggetti unici nell’universo primordiale rappresenta una sfida affascinante per la comunità scientifica, aprendo nuove prospettive sulla formazione delle galassie e dei buchi neri.

Lo studio più recente su queste galassie primordiali e i loro buchi neri supermassicci è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, gettando nuova luce sui primi stadi dell’universo e sulle sue straordinarie peculiarità.

Links: