Nuova proposta di definizione di pianeta: cambiamenti in arrivo nell’astronomia

Un team di astronomi propone nuove definizioni di pianeta, inclusi esopianeti, basate sulla massa anziché sulla forma sferica. Plutone potrebbe non rientrare nei nuovi criteri.

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Mi dispiace Plutone, ma tu non sei ancora un pianeta. (NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute)

Un team di astronomi ha avanzato una nuova proposta di definizione di pianeta in vista dell’Assemblea Generale dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU) che si terrà il prossimo mese. Questa proposta potrebbe portare a importanti cambiamenti nel concetto di pianeta, suscitando interesse tra gli appassionati di astronomia, compresi i sostenitori di Plutone.

Nel corso degli anni, la nostra comprensione di cosa costituisca un pianeta è evoluta parallelamente alla nostra conoscenza del Sistema Solare e oltre. Nel 2006, l’IAU ha declassato Plutone a pianeta nano poiché non soddisfaceva tutti i criteri aggiornati per essere considerato un pianeta secondo gli standard astronomici.

Sebbene Plutone orbiti attorno al Sole e abbia una forma quasi sferica, due requisiti fondamentali, non riesce a dominare la sua orbita, un aspetto cruciale per la definizione di pianeta. Infatti, Plutone non ha ripulito completamente la sua orbita da altri corpi celesti, condividendo lo spazio con altri grandi oggetti che non sono considerati suoi satelliti.

Un aspetto significativo della definizione attuale di pianeta che potrebbe subire modifiche riguarda l’esclusione degli esopianeti. Dal momento in cui è stato scoperto il primo esopianeta nel 1992, ne sono stati individuati oltre 5.000. Tuttavia, la definizione dell’IAU si applica esclusivamente ai pianeti all’interno del nostro Sistema Solare, escludendo gli esopianeti.

Il professor Jean-Luc Margot, esperto di scienze terrestri, planetarie, spaziali, fisica e astronomia presso l’UCLA e autore principale del nuovo studio, ha dichiarato che è necessario adattare la definizione di pianeta per includere corpi celesti che orbitano attorno a qualsiasi stella, resto stellare o nana bruna.

Nella proposta del team, si suggerisce di eliminare il requisito che i pianeti siano sferici, poiché tale caratteristica è difficile da confermare tramite le osservazioni degli esopianeti. Al contrario, si propone di stabilire limiti di massa per definire un pianeta, con un limite inferiore fissato a 10^23 kg.

Il team ritiene che la massa sia una misura più facilmente quantificabile rispetto alla forma sferica, evitando così discussioni su quali oggetti soddisfino o meno i criteri per essere considerati pianeti. Inoltre, si è deciso di porre un limite superiore di massa a 13 masse gioviane, al di sopra del quale gli oggetti diventano nane brune, sub-stelle in cui avviene la fusione del deuterio nei nuclei.

Le nuove definizioni proposte saranno oggetto di discussione all’assemblea generale dell’IAU il prossimo mese, suscitando un dibattito più ampio sulla definizione di pianeta nell’ambito dell’astronomia. Purtroppo per i sostenitori di Plutone, il pianeta nano non rientra nei criteri della nuova definizione proposta.

Secondo Margot, tutti i pianeti nel nostro Sistema Solare sono dinamicamente dominanti, un aspetto che potrebbe essere incluso nella definizione di pianeta. Il team di ricerca ha sottolineato che il loro studio è stato accettato per la pubblicazione nel Planetary Science Journal ed è disponibile per la consultazione sul server di pre-stampa arXiv.

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