Il pericolo di El Niño: un’analisi sul futuro climatico globale

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El Niño potrebbe diventare più estremo in futuro. (Toa55/Shutterstock.com)

El Niño, quando raggiunge il suo apice, può provocare devastazioni di vasta portata. Si tratta di un fenomeno climatico che si verifica quando il flusso giapponese del Pacifico si sposta verso sud a causa della diminuzione dei venti equatoriali, generando conseguenze che vanno dalle ondate di calore in Canada, alle siccità in Africa, alle intense tempeste sulle coste occidentali delle Americhe.

Recenti studi indicano che gli scenari più estremi legati a El Niño diventeranno sempre più comuni e che, una volta verificatisi, sarà impossibile tornare indietro. Gli eventi estremi di El Niño nell’Estremo Pacifico (EP) sono associati a precipitazioni intense e siccità estreme, fenomeni finora rari nel record osservativo. Tuttavia, se il pianeta dovesse superare determinati limiti di riscaldamento, la situazione potrebbe cambiare radicalmente.

Modellando il sistema climatico terrestre in condizioni sia riscaldate che raffreddate, gli autori dello studio hanno individuato che l’ENSO, l’Oscillazione Meridionale di El Niño, potrebbe rappresentare un “elemento di ribaltamento” per il clima globale. Questo significa che durante gli eventi estremi di El Niño viene rilasciata una considerevole quantità di calore nell’atmosfera, potenzialmente innescando ulteriori feedback positivi che amplificherebbero il riscaldamento globale.

Secondo lo studio, se un elemento di ribaltamento venisse attivato, sarebbe praticamente irreversibile, richiedendo potenzialmente più di un secolo, fino a 200 anni, per tornare alla normalità. Questo implica che anche una lieve variazione nell’ENSO potrebbe avere conseguenze significative e richiederebbe un lungo periodo di tempo per ripristinare l’equilibrio.

Il punto critico di ribaltamento individuato nello studio è di +3,7°C. Attualmente, siamo già al di sopra di +1,5°C e si prevede di raggiungere +2,9°C entro la fine del secolo. Questo significa che più del 90% degli El Niños potrebbero diventare estremi se il limite di +3,7°C fosse superato.

Le conseguenze di tali cambiamenti nell’ENSO avrebbero impatti significativi non solo sul clima, ma anche sulle comunità socio-economiche della regione del Pacifico e oltre, con gravi rischi per la vita umana e la biodiversità.

Nonostante le implicazioni preoccupanti dello studio, gli autori sottolineano che si tratta di una ricerca preliminare che utilizza variabili diverse rispetto alla maggior parte dei modelli climatici. Pertanto, i risultati devono essere interpretati con cautela e ulteriori esperimenti e analisi sono necessari per approfondire la comprensione di questo fenomeno.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters e solleva importanti questioni sul futuro del clima globale e sull’importanza di monitorare da vicino l’evoluzione dell’ENSO per prevenire potenziali scenari catastrofici.

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