Una delle grandi domande attorno al cambiamento climatico riguarda l’impatto sulla Corrente del Golfo. Secondo gli studiosi dell’University College London (UCL), il Giro dell’Atlantico Settentrionale, che include la Corrente del Golfo, era più potente durante l’ultima era glaciale a causa di venti più intensi nell’Atlantico Settentrionale subtropicale. Questo ha portato la Corrente del Golfo a essere circa 1 chilometro più profonda rispetto ad oggi, trasportando calore verso nord nonostante le condizioni più fredde del pianeta.
Il dottor Jack Wharton, del Dipartimento di Geografia dell’UCL, ha sottolineato che i cambiamenti nei modelli del vento potrebbero indebolire la Corrente del Golfo, portando a un’Europa più fredda. Questo fenomeno è parte di un sistema più ampio chiamato Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC), che coinvolge il flusso di acqua calda verso nord e di acqua fredda e salata verso sud nell’Atlantico.
Il professor David Thornalley, co-autore dello studio, ha spiegato che durante l’ultima era glaciale l’anello subtropicale dell’AMOC, cui appartiene la Corrente del Golfo, era più forte rispetto ad oggi, mentre l’anello subpolare era più debole. Questa complessa interconnessione di anelli influisce sul clima e sul cambiamento climatico antropogenico.
La preoccupazione degli scienziati è che il cambiamento climatico stia già indebolendo l’AMOC, con possibili conseguenze disastrose per l’Europa. Il riscaldamento globale potrebbe addirittura portare a un raffreddamento del continente disturbando l’AMOC, con il potenziale collasso che potrebbe far diminuire le temperature di 10-15°C in alcune zone europee.
Il professor Mark Maslin, co-autore dello studio, ha sottolineato che il indebolimento dei venti che guidano la Corrente del Golfo potrebbe ridurre il trasferimento di calore, influenzando ulteriormente il clima europeo. Questa nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, contribuisce alla comprensione di come le correnti oceaniche siano fondamentali per il clima globale e come il cambiamento climatico possa avere effetti paradossali sul riscaldamento e raffreddamento di regioni come l’Europa.
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