La sonda spaziale Voyager 1 della NASA ha ripreso a inviare dati scientifici, sei mesi dopo aver iniziato a trasmettere schemi confusi di zeri e uno. Voyager 1 ha superato ogni altro oggetto creato dall’uomo in termini di distanza percorsa, varcando l’eliopausa e dirigendosi verso lo spazio interstellare. Durante questo viaggio epico, ha continuato a trasmettere preziose informazioni alla Terra, contribuendo alla nostra comprensione dello spazio interstellare al di là del nostro Sistema Solare. Tutto ciò è stato possibile con soli 69,63 kilobyte di memoria e utilizzando in parte il codice scritto nel linguaggio informatico arcaico Fortran 5.
“Il pulsante che premi per aprire la porta della tua auto ha una potenza di calcolo superiore rispetto alle sonde spaziali Voyager”, ha spiegato Suzanne Dodd, responsabile del progetto Voyager, in un’intervista a NPR. È straordinario che queste sonde continuino a volare e abbiano già superato i 46 anni di attività. Con una missione così lunga, è normale affrontare sfide, specialmente considerando l’ambiente ad alta radiazione attraversato. La missione Voyager 1 ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Le operazioni normali sono state interrotte l’anno scorso quando la sonda ha iniziato a trasmettere un segnale alla Terra privo di dati scientifici o ingegneristici”, ha dichiarato la NASA.
Il team ha individuato il problema in una piccola porzione di memoria corrotta nel sottosistema dei dati di volo, uno dei tre computer a bordo della sonda spaziale. Il 17 maggio, la NASA ha inviato comandi alla sonda ormai invecchiata. Considerando che ci vogliono 22,5 ore affinché un segnale raggiunga la sonda e altre 22,5 ore per ricevere una risposta, l’attesa per verificare l’efficacia della correzione è stata tesa. Fortunatamente, sembra che la correzione abbia sortito effetto, con diversi sistemi ora funzionanti di nuovo. Il sottosistema delle onde di plasma e lo strumento magnetometro stanno nuovamente fornendo dati scientifici utili, ha confermato la NASA.
Nel tentativo di ripristinare Voyager 1 alle normali operazioni, la missione sta concentrando gli sforzi sul sottosistema dei raggi cosmici e sull’istrumento delle particelle cariche a bassa energia. Si spera che anche gli altri strumenti possano essere riparati e che Voyager possa continuare a trasmettere dati preziosi, prima che il sistema alimentato al plutonio che alimenta l’astronave si esaurisca.
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