Nei deserti dell’est del Sudan, precisamente ad Atbai, si trova un’arte rupestre preistorica che narra di un passato remoto. Nonostante l’attuale aridità della regione, i dipinti suggeriscono che un tempo fosse un luogo rigoglioso, verde, ricco d’acqua, pascoli e animali selvatici.
La sorprendente scoperta di 16 siti di arte rupestre nei dintorni di Wadi Halfa, una città settentrionale del Sudan vicina al confine con l’Egitto, è stata descritta dagli archeologi dell’Università di Macquarie in un recente studio. Tra le varie rappresentazioni presenti, si possono ammirare figure umane, antilopi, elefanti e giraffe.
Particolarmente interessante è la presenza ricorrente di bovini, considerando il clima iper-arido attuale del deserto di Atbai. Nonostante la scarsità di piogge annuale che rende impossibile il pascolo del bestiame oggi, l’arte rupestre rivela che l’allevamento di bovini era una pratica comune fino al 3000 a.C.
Il dottor Julien Cooper, capo di un team di archeologi nel Progetto di Ricerca di Atbai condotto nel 2018 e 2019, ha sottolineato l’importanza della presenza dei bovini nell’arte rupestre antica come prova di un Sahara verde nel passato. Tra 15.000 e 5.000 anni fa, l’Africa ha goduto di abbondanti piogge monsoniche estive grazie a variazioni orbitali, trasformandosi in una terra ricca di pascoli e laghi d’acqua dolce.
Tuttavia, la fine del periodo umido ha portato a un drastico cambiamento nel paesaggio, causando lo spopolamento quasi totale del deserto di Atbai intorno a Wadi Halfa. Coloro che vi rimasero abbandonarono i bovini in favore di pecore e capre, con conseguenze significative sulla vita quotidiana, dalle abitudini alimentari alla mobilità delle famiglie di pastori.
Le scoperte, pubblicate su The Journal of Egyptian Archaeology, gettano nuova luce su un passato ricco di vita e cambiamenti climatici che hanno plasmato la storia della regione.
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