Nelle Maldive, un gruppo di ricercatori sta portando avanti un progetto chiamato Live Aid per i coralli. Ricerche precedenti hanno dimostrato che i giovani coralli, noti anche come larve, sono influenzati dai suoni provenienti da barriere coralline vitali, evitando invece le zone troppo silenziose. Quindi, come fare affinché si insedino sulle barriere che necessitano di ricostruzione? La soluzione è arrivata con l’utilizzo di altoparlanti subacquei e un tocco di creatività da parte degli “agenti immobiliari” marini.
Il Prof. Steve Simpson dell’Università di Bristol ha condotto studi sul paesaggio sonoro degli ambienti subacquei per comprendere il loro impatto sulla salute dell’ecosistema, un approccio di monitoraggio noto come ecoacustica. Spesso si immagina i coralli come esseri silenziosi e immobili, ma in realtà una barriera corallina in salute è una sinfonia di suoni, con i coralli che si muovono per unirsi alla festa, un aspetto che ha sorpreso persino lo studioso Steve Backshall.
Backshall ha raccontato alla BBC che il momento più significativo durante le riprese per Our Changing Planet è stato scoprire un corallo in movimento, poiché il plancton può distinguere tra barriere coralline danneggiate e barriere in salute, nuotando verso queste ultime per insediarsi e crescere. Questo approccio innovativo mira ad attrarre la prossima generazione di coralli per ricostruire barriere coralline sane che emettono suoni vitali.
La scoperta ha sorpreso anche lo studioso Simpson, che inizialmente dubitava che i coralli potessero rispondere ai suoni, ma si è dovuto ricredere quando ha visto i coralli muoversi in risposta alle emissioni sonore. Le larve di corallo, con una forma simile a una pallina da tennis bagnata, utilizzano le loro cellule pilifere per nuotare direttamente verso il suono riconosciuto come importante per la loro direzione.
Attualmente, l’uso degli altoparlanti per creare ambienti subacquei artificialmente sani, che attraggono la fauna marina, è un approccio pionieristico testato sperimentalmente in Australia con un focus sulle comunità ittiche. Simpson collabora con il Prof. Peter Harrison per convincere le larve di corallo a insediarsi, monitorando poi la crescita dei nuovi coralli dopo un anno. È entusiasmante pensare che i coralli insediati potrebbero iniziare a riprodursi già a tre anni di età.
Non è un segreto che i coralli e le barriere coralline stiano soffrendo a causa dei cambiamenti ambientali legati alla crisi climatica in atto. Tuttavia, Simpson esorta a non perdere la speranza, sottolineando che con gli sforzi attuali c’è la possibilità di salvare le barriere coralline e, di conseguenza, l’intero ecosistema marino.
Il documentario Our Changing Planet: Restoring Our Reefs sarà trasmesso su BBC One il 21 aprile alle 18:00 BST, offrendo uno sguardo approfondito su queste innovazioni nel campo della conservazione marina.
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