Due nuovi minerali contenenti titanio e ossigeno sono stati identificati nel materiale lunare riportato dalla missione Chang’e-5. Questi due minerali, il settimo e l’ottavo scoperti sulla Luna, sono uniche e non sono mai stati osservati in natura sulla Terra o altrove.
Recenti studi hanno evidenziato l’importanza del titanio per la geologia e la storia lunare. Mentre sulla Terra il titanio si combina spesso con l’ossigeno per formare il biossido di titanio (TiO2), la nuova scoperta rivela che sulla Luna questi due elementi possono anche unirsi in modo inverso, un fenomeno apparentemente esclusivo del nostro satellite naturale.
Il team di ricerca ha analizzato una perlina di vetro riportata dalla missione Chang’e-5, che è stata esaminata utilizzando un microscopio elettronico a trasmissione. In questo vetro lunare, sono stati identificati gli stessi elementi strutturati in tre diverse configurazioni. Tra queste, il rutilo è una forma comune di biossido di titanio sulla Terra, ampiamente utilizzato per le sue proprietà ottiche. Tuttavia, il team ha scoperto cristalli di Ti2O, una forma di titanio e ossigeno non presente in strutture cristalline terrestri.
Chiamati provvisoriamente Ti2O trigonale e triclino, i due minerali testimoniano i cambiamenti subiti dai minerali ricchi di titanio a causa degli impatti spaziali. Questa scoperta è particolarmente significativa considerando che, nonostante la presenza abbondante di titanio sul lato vicino della Luna, non sono state identificate nuove forme di minerali contenenti titanio né nei campioni lunari né nelle simulazioni condotte in laboratorio.
Il team di ricerca ha evidenziato l’importanza dei micrometeoriti, piccoli frammenti che possono causare danni significativi quando impattano la superficie lunare a velocità estremamente elevate. Questi micrometeoriti, larghi da 1 a 100 m, possono fondere o vaporizzare le rocce colpite, generando nuove fasi minerali. La perlina studiata dai ricercatori, formata da un impatto di micrometeorite, presenta grani irregolari che combinano titanio e ossigeno, con reticoli cristallini distinti.
Il Ti2O, assorbendo più luce ultravioletta e visibile rispetto al TiO2, potrebbe agire come un fotocatalizzatore più potente, influenzando significativamente l’ambiente circostante sulla Luna. Questo minerale, non presente naturalmente sulla Terra, è stato prodotto in laboratorio per creare film fotocatalitici.
Il nuovo minerale lunare, insieme ad altri cinque precedentemente identificati dalle missioni Apollo e Luna, è stato oggetto di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.
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