La resistenza al veleno: la complessa evoluzione dei rettili predatori di serpenti

Una goanna maculata gialla che mangia un serpente frusta nero
Veleno? Che veleno? Una goanna maculata gialla che mangia un serpente frusta nero. (James Dobson)

In Australia e nelle parti dell’Indonesia infestate dai serpenti, è fondamentale essere resistenti ai veleni dei rettili, soprattutto se si fa parte dello stesso ordine zoologico. Uno studio ha rivelato una sequenza evolutiva mai vista prima, paragonata a bambole russe, che mostra come i grandi e medi rettili affrontano il problema delle tossine dei serpenti.

Alcuni grandi rettili predano serpenti, poiché condividono spesso lo stesso habitat, ma ciò comporta anche dei rischi. Il professor Bryan Fry dell’Università del Queensland, molti anni fa, scoprì che il veleno è più comune nei rettili di quanto si pensasse, ma pochi producono sostanze così potenti come i serpenti.

I rettili più piccoli possono essere preda dei serpenti, che utilizzano il veleno per sottometterli. In entrambi i casi, la resistenza al veleno può fare la differenza tra la vita e la morte. Fry e la dottoranda Uthpala Chandrasekara hanno studiato 27 specie di lucertole varanidi, scoprendo una storia evolutiva complessa.

I rettili hanno sviluppato due metodi di resistenza al veleno: i draghi di Komodo e il perentie si affidano a un’armatura di spesse squame riempite di ossa, mentre le lucertole più piccole hanno sviluppato difese biochimiche. Alcune lucertole hanno nervi meno suscettibili alle neurotossine dei serpenti locali.

La resistenza alle neurotossine comporta tempi di risposta nervosa più lenti, ma è vitale per la sopravvivenza. Quando le lucertole si trovano in luoghi con pochi serpenti, perdono rapidamente la resistenza, ma la riacquistano quando tornano vicine ai serpenti. Ogni volta che ciò accade, avviene con una mutazione leggermente diversa.

Bryan Fry ammira le squame che respingono i serpenti di un drago di Komodo.
Bryan Fry ammira le squame che respingono i serpenti di un drago di Komodo, il futuro dell’umanità.
Bryan Fry

Questa complessa danza dell’adattamento ha portato a un annidamento di guadagni e perdite nel tempo, simile a bambole russe, suggerendo che la battaglia evolutiva non proceda sempre in una direzione. I serpenti evolvono costantemente nuovi veleni per superare la resistenza delle lucertole, creando una corsa agli armamenti biologica.

Sebbene Fry sia noto per la scoperta del serpente più grande del mondo, il veleno è la sua specializzazione principale. La maggior parte delle sue scoperte potrebbe portare a migliori antiveneni o farmaci. Tuttavia, in questo caso, non c’è alcun utilizzo pratico.

Nonostante ciò, Fry riconosce l’attrattiva della modifica genetica per avere squame repellenti per i serpenti, paragonandosi a uno scienziato pazzo di un cartone animato di Spiderman. Lo studio è stato pubblicato nella rivista International Journal of Molecular Sciences.

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