La nebbia rappresenta un problema non solo per i sistemi di trasporto, ma anche per lo studio dei pianeti al di là del Sistema Solare che sono coperti da vasti oceani. Per comprendere meglio questi mondi, i ricercatori hanno deciso di creare la nebbia aliena direttamente in laboratorio. In questo modo, ora sappiamo come questa nebbia influisce sulle osservazioni dalla Terra, almeno in alcuni casi.
La nebbia è creata da particelle solide sospese nell’aria e modifica il modo in cui la luce interagisce con l’atmosfera, influenzando ciò che gli astronomi possono osservare su un pianeta lontano. I mondi d’acqua sono considerati forti candidati per la vita extraterrestre, quindi è fondamentale avere un’immagine chiara della loro composizione atmosferica. L’acqua è la prima cosa che cerchiamo quando valutiamo se un pianeta è abitabile e ci sono già osservazioni interessanti di acqua nelle atmosfere degli esopianeti. Tuttavia, i nostri esperimenti e modelli suggeriscono che questi pianeti molto probabilmente contengono anche nebbia.
Il team di ricerca ha mescolato vapore acqueo con altre sostanze e ha esposto la miscela alla luce ultravioletta, simulando come la luce delle stelle creerebbe una reazione fotochimica. Il risultato è stata una nebbia che corrispondeva all’osservazione di un pianeta specifico e ben studiato: GJ 1214 b. Questo lavoro dimostra che le proprietà delle nebbie, come possono differire e come filtrano la luce, influenzano le osservazioni delle atmosfere degli esopianeti. Il team sta cercando di determinare tali proprietà e sta pianificando di creare più nebbie in laboratorio per avere un catalogo più completo.
L’obiettivo generale è comprendere se esista vita al di fuori del sistema solare, ma rispondere a questa domanda richiede una modellazione dettagliata di tutti i diversi tipi di pianeti, in particolare quelli con molta acqua. Questa è stata una grande sfida perché non abbiamo solo il lavoro di laboratorio per farlo, quindi stiamo cercando di utilizzare nuove tecniche di laboratorio per ottenere più informazioni dai dati che stiamo raccogliendo con i telescopi sofisticati.
Attualmente, sono stati confermati oltre 5.000 esopianeti, con nuove scoperte ogni settimana. Non tutti i pianeti hanno un’atmosfera e quelli che ne hanno hanno composizioni molto diverse, con componenti invisibili anche nel nostro Sistema Solare. Questi modelli ci aiuteranno a comprendere meglio alcuni di questi esopianeti. Sarà possibile utilizzare questi dati per modellare le atmosfere e comprendere la temperatura nell’atmosfera e sulla superficie di un pianeta, la presenza di nuvole, la loro altezza e composizione, nonché la velocità dei venti. Tutto ciò ci aiuterà a concentrare la nostra attenzione su pianeti specifici e rendere i nostri esperimenti unici invece di eseguire semplicemente test generalizzati quando cerchiamo di comprendere il quadro generale.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.
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