Si stima che ci siano attualmente 7.000 lingue viventi nel mondo. Questo significa che ci sono tanti modi diversi di dire “Passami il formaggio, per favore” quanti sono le specie di lucertole. Tuttavia, uno studio recente condotto da scienziati ha rivelato due parole che sembrano essere presenti universalmente nel linguaggio umano: “questo” e “quello”.
Il professor Kenny Coventry dell’Università di East Anglia, autore principale dello studio, ha spiegato che l’obiettivo era scoprire come gli speaker di diverse lingue utilizzano le parole più antiche registrate nel linguaggio, ovvero i dimostrativi spaziali come “questo” o “quello”. Nonostante le parole effettive possano differire nella grafia e nella pronuncia, i ricercatori volevano scoprire se il significato dietro di esse fosse conservato.
Per condurre lo studio, un team di 45 ricercatori provenienti da tutto il mondo ha reclutato quasi 1.000 speaker di 29 lingue diverse. L’obiettivo era coprire una vasta gamma di famiglie linguistiche, inclusa una serie di lingue come l’inglese, l’italiano, il norvegese, il telugu, il vietnamita e il tseltal. Gli speaker non erano a conoscenza del fatto che le parole che avrebbero utilizzato sarebbero state il focus principale della ricerca.
Durante l’esperimento, gli speaker erano posizionati a un tavolo e venivano presentati loro oggetti di diversi colori e forme. Il team si è assicurato che gli oggetti utilizzati fossero di colori che potessero essere chiaramente differenziati linguisticamente e che i nomi delle forme fossero tutti dello stesso genere nel caso delle lingue con genere come il tedesco. Gli oggetti venivano spostati a diverse distanze: a portata di mano dello speaker, fuori dalla portata dello speaker ma a portata di mano del ricercatore di fronte a lui, o fuori dalla portata di entrambe le parti.
Ogni volta che un oggetto veniva posizionato, allo speaker veniva chiesto di descriverlo nella propria lingua utilizzando il suo colore, il suo nome e, cosa più importante, un dimostrativo spaziale come “Questo triangolo giallo”. Dopo aver raccolto e analizzato i dati, è emerso un risultato chiaro: in tutte le lingue testate, c’è una parola per gli oggetti a portata di mano dello speaker, come “questo” in inglese, e una parola per gli oggetti fuori dalla portata, come “quello”.
Secondo il professor Coventry, questa distinzione potrebbe spiegare l’origine evolutiva precoce dei dimostrativi come forme linguistiche. Le lingue sono in costante evoluzione e cambiamento, e la questione se gli speaker di lingue diverse condividano modi di comunicare la posizione spaziale degli oggetti è stata oggetto di controversie tra i linguisti. Tuttavia, questo studio è il primo a esaminare specificamente questo aspetto dei dimostrativi spaziali, e potrebbe contribuire a risolvere questo dibattito di lunga data.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Human Behavior.
Links: